Un momento del convegno
Un momento del convegno
TERMOLI _ La mafia negli appalti, negli enti pubblici, nei consigli comunali, la voglia dei giovani siciliani di ribellarsi. Su questi argomenti ha parlato ieri pomeriggio il docente universitario Nando Dalla Chiesa, figlio del Generale ucciso dalla mafia, nel corso del convegno di Termoli dal titolo “Legalità ed Etica pubblica” organizzato dal Presidente del Consiglio comunale Alberto Montano e moderato dal Presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Molise Antonio Lupo che ha visto come relatori Stefania Pellegrini, docente di sociologia dell’Università di Bologna e Buffoni Comandante della Guardia di Finanza in Molise.

Dalla Chiesa ha ricordato, nel suo intervento, il ruolo dei gioranlisti uccisi dalla malavita organizzata: Siani e Spampinato. “Il ruolo di Siani, di Spampianto di prendersi la responsabilità di dire a Catania esiste la mafia è stato importante” ha detto Nando Dalla Chiesa che ha aperto il suo discorso con un aneddoto riguardante Giovanni Falcone, il magistrato ucciso nella Strade di Capaci insieme alla moglie ed alla scorta.

Falcone con un suo collega magistrato ha avuto la possibilità di interrogare il famoso mafioso degli anni ’60 Fred Coppola a cui chiese cos’è la mafia _ ha detto Dalla Chiasa al nutrito pubblico assiepato nella Sala consiliare del Comune _. E Coppola rispose con una metafora: Ebbene poniamo il caso che ci sia un posto libero da Procuratore capo e che ci siano come candidati un magistrato molto intelligente ed onesto, un magistrato fedele allo stato, un altro cretino. Bene vincerà il cretino. Questa è la mafia“.

Il Presidente dell’Ordine dei Giornalisti Antonio Lupo nel suo intervento ha posto l’accento

Il pubblico
Il pubblico
sul ruolo fondamentele dei giornalisti, spesso difficile di denunciare i fatti, gli illeciti rischiando la propria vita come accaduto a Giovanni Spampinato e Siani ricordando anche degli episodi di vita dei due. “Il punto è: qual’è il ruolo di ciascuno, qual’è la percezione che ognuno ha della legalità? Sono molte le riflessioni da fare su questo tema”.

Accorata anche la relazione della Sociologa Pellegrini che ha ripercorso il lavoro svolto con gli studenti universitari ma anche sottolineato la voglia dei giovani siciliani di denunciare la mafia, di rischiare ma di non restare in silenzio.

Il Comandante Buffoni ha parlato della lotta effettiva alla criminalità organizzata ma anche delle difficoltà esistenti per scovare i beni delle cosche sempre più annidate nell’Alta Finanza e negli ambienti legati ai Grandi appalti, agli enti pubblici, alla politica.

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