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TERMOLI _ Due dipendenti, tre revisori dei conti e quattro consiglieri di Amministrazione per una società che gestisce il gasdotto del Nucleo industriale Valle Biferno. La NetEnergy nata per la gestione di diversi servizi a sostegno delle aziende del Cosib, oggi ha un solo appalto, quello del gas con il quale, però, permette lauti guadagni ai suoi vertici a partire dai 2 mila euro mensili del Presidente del Consiglio di Amministrazione Vittorio Facciolla per non parlare degli altri 4 esponenti dell’assemblea: Alessandro Di Labbio, Angelo Costantino e Adamo Gallo così come dei 3 revisori dei conti che hanno un costo complessivo di 46.500 euro l’anno (come riportato dal bilancio dell’ente). In un momento in cui il Cosib è nell’occhio del ciclone per le non troppo lontane operazioni di polizia giudiziaria sia per la recessione economica che sta attanagliando le aziende sia anche per la mancata apertura di nuove imprese, esistono tuttora spese e costi esorbitanti in un momento di «vacche magre» e rabbia collettiva degli imprenditori del posto, impeganti in una lotta quotidiana per restare a «galla».
El’interrogativo che giunge all’unisono da costoro è chiaro: «come è possibile mantenere questi apparati politici costosissimi per la collettività mentre noi siamo costretti a mandare a casa i dipendenti perchè non possiamo pagarli. È vergognoso». Ma le novità non finiscono qui.
Il Cosib è in crisi, cerca di tagliare qualche spesa ma i gettoni di presenza di 400 euro a seduta per il direttivo e non solo, sono rimasti intatti. Dunque, il lait-motiv degli attuali consiglieri sembra essere: «sacrifici si, ma degli altri».
Sulla scottante questione i Popolari-Liberali hanno presentato al Comune di Termoli una richiesta di un consiglio comunale monotematico proprio sul Consorzio industriale Valle Biferno. Il movimento politico che di recente ha proposto il taglio di spese inutili nel polo produttivo costiero, è intenzionato a discutere in Consiglio comunale di quanto sta accadendo nel polo produttivo. Le forze politiche invocano una riforma sull’ente consortile.
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