CAMPOBASSO _ Nicola D’Ascanio, candidato alle Primarie del centrosinistra per il movimento “Cambiamo il Molise” ha incontrato, nel pomeriggio odierno, gli organi di informazione per affrontare le questioni legate alla manovra varata dal Consiglio dei Ministri lo scorso 13 agosto. “Non credo affatto che il presidente della Regione Molise possa prendersi il lusso di parlare anche a nome della minoranza per quanto attiene gli effetti che avrà, sulla nostra regione, la manovra all’attenzione delle Camere in queste ore. E’ francamente inaccettabile che il governatore Iorio si dissoci dalle posizioni espresse dal governo che lui stesso appoggia e dal premier Berlusconi che, sarà il caso di ricordarlo, ha contribuito a far eleggere proprio in Molise. Vista l’evidente impopolarità di questo provvedimento e quindi dei suoi effetti, adesso Iorio si improvvisa Masaniello molisano arrogandosi perfino il diritto di parlare in maniera bipartisan.

Il governatore della Regione Molise – ha incalzato Nicola D’Ascanio – non è credibile per tre ordini di motivi: è responsabile in maniera diretta della situazione che vive la nostra regione alle prese con una crisi economica senza precedenti e con gli effetti di un federalismo di matrice separatista che cominceranno a farsi sentire a breve scadenza; è responsabile di una amministrazione decennale selvaggia che ha generato diseconomie e problemi sociali; è responsabile di una attenzione concentrata solo sulle questioni istituzionali che la manovra ‘lacrime e sangue’ ha messo sul piatto dimenticando, evidentemente, che quel decreto è omnicomprensivo e affronta, con una prospettiva di oscurantismo sociale, economico e culturale, le questioni che invece riguardano tutti i molisani. I cittadini di questa terra a rischio sparizione. Si è credibili quando i temi istituzionali sono strettamente saldati ai problemi sociali ed economici di quei cittadini che rivendicano diritti sociali”. Nicola D’Ascanio ha ricordato i primati in negativo che vanta la regione Molise, dopo dieci anni di politiche fallimentari. Primi per tasso di disoccupazione, per numero di famiglie povere, per insicurezza sociale legata anche all’incremento di fenomeni malavitosi che si vanno sempre più estendendo, primi nel rapporto tra cittadini e enti pubblici.

“In questi giorni il presidente Iorio ha costituito un ente, che nasce già commissariato, per la gestione delle aree contigue al Parco Nazionale d’Abruzzo – ha continuato D’Ascanio – emanando un avviso pubblico per una short list ma non è dato sapere per quali attività e con quale copertura finanziaria. L’esempio lampante di un’altra presa in giro tutta finalizzata al mero ritorno elettoralistico. Così come è una presa in giro vestire i panni dello strenuo difensore dell’identità regionale contro le ipotesi di annessione all’Abruzzo quando, fino a qualche mese fa, proprio il presidente parlava , in termini di opportunità, del progetto denominato Marca adriatica. Un progetto di natura aziendalistica ed economicistica che dimentica le radici che hanno accompagnato la nascita delle Regioni, quando si fecero prevalere concezioni culturali ed identitarie. Il movimento ‘Cambiamo il Molise’ ritiene che i temi da rimettere in campo debbano essere guardati con gli occhi dei cittadini e sarà compito della nuova classe politica che governerà questa regione contrastare l’azione selvaggia di smembramento e procedere seriamente e rigorosamente ad un abbattimento dei costi della politica. Vorrei ricordare che nelle scorse elezioni regionali ci fu un movimento politico – Molise Civile – che fece di questo argomento il suo cavallo di battaglia.

Sandro Arco ha dato buca a tutti i cittadini e si è sistemato a vita. Per noi invece, per la storia d’impegno personale che caratterizza il nostro movimento, questo è un impegno davvero serio, da portare fino in fondo e che ha come obiettivo la modernizzazione della struttura organizzativa della Regione attraverso la nascita di una Istituzionae moderna, avanzata, aperta e dialogante”. Nicola D’Ascanio ha affrontato anche i contenuti degli articoli 13 e 14 della manovra, relativi alla riduzione del numero dei consiglieri regionali e degli assessori sottolineando l’assenza di qualsiasi azioni governativa in merito. “Adesso bisognerebbe portare in Consiglio regionale una modifica della legge elettorale, mai affrontata dal governatore negli ultimi dieci anni, per redistribuire le rappresentanze elettorali visto il numero inferiore di consiglieri da eleggere. Adesso bisognerebbe aggiornare lo Statuto e dare un segnale forte attraverso l’abolizione del listino. Invece il presidente, che ha dovuto barattare l’anticipazione del voto, il suo listino con 5 nomi ce lo ha già pronto. Invece di dare seguito a queste necessità, il presidente Iorio innalza la bandiera della protesta bipartisan così da coprire le reticenze ad operare in tal senso. La sua, a questo punto, è una levata di scudi pretestuosa, un atto – speriamo l’ultimo – di onnipotenza politica”.

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1 commento

  1. vorremo crederci ma…
    Egregio D’Ascanio la sua analisi è penetrante e condivisibile, solo, mi chiedo, come intende promuovere lo sviluppo della Regione Molise? Lei usa parole di infastidita sufficienza quando parla della Marca Adriatica, come di un progetto di natura aziendalistica ed economicistica. Aziendalistica poi, perchè? Ma economicistica non lo trovo così dispregiativa come idea. Ora, Lei quando era presidente ha preso diverse volte posizioni contro. E’ stato contro il nucleare, contro il fotovoltaico selvaggio, contro la ricerca di idrocarburi in adriatico, contro parchi eolici sulla costa, contra la centrale turbogas, e da ultimo contro l’autostrada se ho ben capito.Mi chiedo, come intende promuovere lo sviluppo in Molise, quali idee concrete lei ci propone? Il turismo, copre il 5% del pil regionale anche potenziando al massimo quel settore, non può essere evidentemente una risposta credibile. L’agricoltura è in crisi. Le costruzioni sono in crisi. Dove pensa di attingere risorse? Dallo Stato, dall’Europa, andando con il cappello in mano. Dove?
    Perchè la politica dei no non basta per essere politica di governo, e fino ad ora tutto è molto fumoso.