TERMOLI _ La politica è sporca? Questo adagio ricorre frequentemente tra non pochi cittadini, in ogni stagione, quasi a giustificare con rassegnazione più o meno pacata i limiti, le difficoltà, le contraddizioni e le incapacità dell’azione politica di questo o quel governo; è un giudizio dunque piuttosto palese che esprime la delusione o l’insoddisfazione di tanti. Ma, al di là di una certa sbrigativa approssimazione, cosa c’è realmente dietro questa pillola di motto popolare? La sporcizia, si sa, copre e nasconde, falsifica forme e colori delle cose, uniforma e dà un senso di fastidio, di ripulsa. Ciò che è sporco si presenta indifferenziato, anonimo, brutto, non attraente. Lo sporco è la negazione della verità della realtà e quindi rende impossibile uno sguardo completo. Ora, che la politica, o meglio i politici a volte cadano, più o meno consapevolmente, nella tentazione di nascondere, falsificare, coprire, operare nell’ombra, questo purtroppo accade; se lo facciano per mascherare le loro incapacità o addirittura per fare giochi sottobanco di dubbia legalità, per interessi personali o per favorire i loro clientes, questo non è dato sapere, se non dopo faticosi e lunghi accertamenti che spesso non chiariscono in modo definitivo, perché non si è sempre capaci di cogliere la verità nella sua completezza, per i tanti pregiudizi ideologici che ci fanno negare perfino l’evidenza. Si pretende, giustamente, che i politici siano tutti probiviri, si chiede trasparenza, ‘pulizia’.

La trasparenza è l’antidoto alla supposta ‘sporcizia’ perché essa dice piena visibilità, chiarezza di comportamenti e scelte, il venire alla luce di ogni aspetto dell’azione politico-amministrativa, dice anche ammirazione per il bene che tale azione può realizzare (salvo poi la sporcizia a ripresentarsi implacabile).

Tale trasparenza-pulizia è merito delle persone che hanno scelto liberamente di farsi carico del bene comune, pur con i loro limiti e le deficienze tecnocratiche. Insomma, la politica, sporca o pulita, è definita in quanto tale dai soggetti politici, intesi sia singolarmente sia come gruppi associati, è a loro dunque che va posto il delicato interrogativo. Non di rado però si dice che chi ‘si butta in politica’ prima o poi si sporca, perché le tentazioni sono tante e irresistibili; può accadere anche questo nella gestione della cosa pubblica. Ma servono comunque persone che si mettano in gioco, che accettino il rischio di ‘sporcarsi’ per dare un apporto possibilmente positivo per il bene comune, che investano la moneta pesante della loro credibilità.

La selezione la fanno i cittadini con il loro libero voto, e non è detto che essa esprima il meglio della società, perché l’ars politica dei soggetti candidati non è sempre proporzionale alle capacità tecniche né alle personali virtù morali, che spesso si manifestano solo nel pieno esercizio del potere politico. La politica non è (come vorrebbe un farisaico manicheismo) campo esclusivo per ‘anime belle’ (con buona pace di Friedrich Schiller, esponente del romanticismo tedesco, criticato da Hegel che la sapeva lunga), eppure essa è la forma più alta di carità…, ma ne riparleremo.

Articolo precedenteSi complica realizzazione palazzo per la Azur in via Madonna delle Grazie. Imprenditore chiede sequestro terreno
Articolo successivoSindaco di Vinchiaturo D’Aquila neo Assessore Provincia. Lunedì presentazione