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TERMOLI _ Gent.mo assessore Di Sandro, la ringrazio per la risposta scritta alla mia interrogazione circa le modalità di esecuzione dell’ecografia morfologica presso il presidio ospedaliero di Termoli, ma devo confessare che non posso assolutamente ritenermi soddisfatto del contenuto della nota da Lei inoltratami. Il Direttore f.f. del reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale San Timoteo di Termoli, con la nota inviata al Direttore Sanitario ed utilizzata come risposta alla mia interrogazione del 2 aprile scorso, ha tenuto a precisare che l’ecografia ostetrica tra la 19a e la 21a settimana di gravidanza rientra fra le prestazioni gratuite del Servizio sanitario in base al D.L. 10/09/98. Tutti sanno che tale tipo di esame viene generalmente chiamato “ecografia morfologica” perché è in quella fase della gravidanza che è più opportuno verificare lo stato degli organi del feto in quanto, in caso di malformazione, non si più praticare l’interruzione di gravidanza oltre la 21a – 22a settimana.

Il dott. Molinari ha sollevato, quindi, una questione di terminologia più o meno appropriata aggiungendo un dato peggiorativo della condizione del servizio offerto alle gestanti che si rivolgono al San Timoteo. Se l’esame richiesto è così importante da essere inserito fra quelli da offrire a titolo gratuito, perché a Campobasso o ad Agnone si può fare e a Termoli no? Negli altri due presidi ospedalieri non si pongono il problema del termine utilizzato perché TUTTI sanno perfettamente di cosa si tratta. Dovremmo supporre, inoltre, che i medici di base non sappiano come scrivere correttamente un’impegnativa per le proprie pazienti, ma è impensabile una ignoranza così diffusa e così banale. La nota in questione, per di più, dice ben poco riguardo all’attività intramoenia da parte del personale medico del San Timoteo.

Considerando che Lei, in qualità di assessore, non si è preoccupato di richiedere in visione le impegnative ed i registri delle prestazioni effettuate, così da poter rispondere all’altra domanda posta nell’interrogazione:a quanto ammonta la quota che l’Azienda Sanitaria ha percepito nell’anno 2011 per l’utilizzo intramoenia di materiale, spazi, utenze e attrezzature”, è mia intenzione fare tale richiesta direttamente all’Azienda Sanitaria.

Non avendo ricevuto finora risposte esaustive né da parte Sua, né da parte delle strutture sanitarie, sono sempre più convinto di aver fatto bene a coinvolgere la Procura della Repubblica in questa vicenda che lascia ancora dubbi sulla reale capacità di tutelare la salute delle gestanti e dei loro bambini.

Il consigliere Filippo Monaco

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2 Commenti

  1. io credo che molte volte le gestanti scelgono la visita a pagamento poiche’ in questa maniera possono scegliersi il medico ginecologo anziche’ farsi sottoporre allo stesso esame da chi in quel giorno e’ di turno. e’ così diffusa questa abitudine che molte gestanti bassomolisane non si accontentano dei ginecologi molisani e si rivolgono fuori regione.