LARINO _ A seguire i discorsi riguardanti la questione acqua inquinata si può rischiare il mal di testa per una serie di dati e di riferimenti che fanno capire che siamo in mano a sprovveduti e ad irresponsabili. Le date non combaciano, con Campomarino che anticipa di tre giorni gli altri comuni, ma, ora dicono, perché il problema era un altro e non quello della necessità di chiusura dei rubinetti per tutti e, così, il fatto si ripete con il Comune di San Martino in Pensilis, che anticipa tutti e ridà l’acqua ai suoi cittadini, una volta avuta l’assicurazione dall’Arpam. Un sospiro di sollievo non per tutti i comuni, ma solo per San Martino, che, non si capisce, perché ha il lasciapassare.

La domanda che uno si pone è: l’acqua che arriva a S. Martino parte da una cisterna diversa da quella che arriva a Larino o per entrambi i comuni è il lago del Liscione? O gli abitanti di San Martino, diversamente dagli altri, sono raccomandati? Raccomandati da Molise Acque o dall’Arpam? Anche questo è un mistero al pari della tempestività della informazione di un fatto gravissimo, qual è quello di chiudere i rubinetti o di lasciarli aperti solo per lavare i panni, la macchina e l’igiene personale. Un fatto gravissimo che è oggetto di notizie piene di dubbi e di contraddizioni da parte soprattutto di chi ha la responsabilità dei controlli, Molise Acque e Arpam, che si presentano con due risultati diversi, quello dell’Arpam con dati il doppio di quello di Molise Acque, per il fatto, come si legge da una nota riportata da un blog, che uno ha prelevato i campioni a monte ed uno a valle. Intanto, mentre San Martino riapre, permane il divieto per gli altri comuni. La verità è che il cittadino non sa come sono andate le cose, mentre deve essere informato, deve sapere, ,per difendere la sua salute e la salute delle comunità interessate. Tante sono le domande che aspettano una risposta oltre a quelle prima poste.

1. Molise Acque ha proceduto ad un controllo delle acque dell’invaso nel momento in cui ha saputo della notizia della moria di carpe, un pesce che vive nei fondali, evento contemporaneo alle prime denunce giornalistiche sugli scarichi non regolari al Cosib, cioè quando, c’è da pensare, che chi scaricava nel depuratore del nucleo industriale è stato informato di fermarsi da qualche altra parte lungo il Biferno e di stare lontano, il più lontano possibile, dal nucleo industriale, di colpo sotto l’occhio di bue della magistratura, delle autorità predisposte al controllo e, ciò che è peggio, dell’opinione pubblica.
2. Quando è stato notificata la notizia ai Comuni interessati e con quali mezzi?
3. Quali sono le conseguenze per la salute di chi nel frattempo ha bevuto l’acqua vietata?
4. Quali sono le misure prese perché la questione non si ripeta?
5. Quali misure gli enti hanno preso o intendono prendere per chi non ha svolto in pieno il suo ruolo? 6. Cosa hanno da dire i sindaci che hanno fatto passare un giorno prima di informare i cittadini. In questo senso c’è da dire che non sono sciacalli quelli che evidenziano una situazione, ma chi cerca di nascondere i fatti o non li racconta per una innata incapacità a rendere partecipi i cittadini e a dialogare con loro.

Larino Viva

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