Video della cerimonia.

La cerimonia di oggi
La cerimonia di oggi

TERMOLI _ Piantata una nuova Palma in Piazzetta. All’indomani dell’abbattimento della storica pianta che ha accompagnato Termoli per l’ultimo quarantennio, perchè divorata dal “punteruolo rosso”, oggi si è assistito alla messa a dimora di una “Washintonia Filifera”. 

L’iniziativa è rientrata nell’ambito dei festeggiamenti per la festa dell’Unità d’Italia di domani.
 La messa a dimora della palma ha entusiasmato i numerosi bimbi presenti che hanno cantato orgogliosi e felici l’Inno d’Italia. Nonostante la pioggia ed il vento, hanno preso parte comunque alla manifestazione.

Presenti alla cerimonia, organizzata dal Comitato Unitalia 150 di Termoli, il Sindaco Antonio Di Brino, il Presidente del Consiglio Alberto Montano, i bimbi della scuola Elementare Campolieti del Centro di Termoli ed alcuni termolesi che erano molto legati alla precedente palma che ha torreggiato sulla Piazzetta per ben 75 anni, da prima della seconda Guerra Mondiale. 

Il primo cittadino oggi, in vista della ricorrenza di domani, ha voluto rivolgere un saluto a tutti i cittadini augurando loro di trascorrere una festa in serenità nonostante il momento non sia dei più felici. Di Brino ha ricordato, infatti, il dramma che sta vivendo il Giappone, la crisi economica per le imprese, le difficoltà quotidiane di tutti ma la Festa deve essere l’occasione per guardare avanti.

La nuova PalmaCari concittadini e concittadine, celebriamo i 150 anni di un’Italia ancora unita mentre il Paese e’ impegnato in una difficile transizione sotto l’aspetto economico, geopolitico e riformatore. La festa, oltre ad essere un momento per guardare alle ragioni che ci hanno portato fin qui, deve essere l’occasione anche per guardare avanti, per guardare al domani. Ci sono dinamiche economiche globali che ci interrogano sul futuro del nostro assetto sociale: come usciremo dalla crisi economica che vede l’assetto manifatturiero dell’industria italiana aggredito dalla concorrenza di nuovi attori emergenti?

Ci sono dinamiche geopolitiche impreviste: alle nostre porte nel Mediterraneo premono, con la forza del desiderio di libertà e democrazia, giovani generazioni nordafricane che se non troveranno nella loro terra le opportunità per una vita serena e dignitosa, inevitabilmente correranno il rischio di una perigliosa traversata per trovare in Europa la loro occasione di futuro. Con il loro diritto alla libertà, il loro desiderio di democrazia e la loro speranza ad una vita migliore dovremo fare i conti, come le grandi potenze dell’800 dovettero farli con in nostri giovani eroi risorgimentali. Dobbiamo costruire le giuste condizioni per rendere questa transizione dalla tirannide alla democrazia, un’occasione vera per non ritrovarci fra pochi mesi di fronte ad una nuova Teheran, 30 anni dopo.

Ci sono, infine, le riforme della politica nazionale ed europea che ci portano in una nuova e sconosciuta terra nell’esperienza democratica italiana. Il percorso del federalismo, che da spauracchio è divenuto concorde traguardo da raggiungere per il giusto equilibrio fiscale e finanziario della Nazione, reca con sé ancora troppe incognite. Il federalismo va temperato, altrimenti esso potrebbe rappresentare solo l’anticamera di un crescente squilibrio che renderà inevitabilmente il Paese più disunito, pezzi di esso più egoisti e altri più fragili e inquieti. Un paese meno capace di traguardare unito le difficili sfide che ci attendono.

Un ultimo pensiero sgomento in questo giorno di festa lo rivolgo al Giappone e alla lezione di dignità che il suo popolo sta offrendo al mondo intero nell’affrontare l’immane tragedia. Con queste parole vi lascio l’augurio di una riflessione seria ed alta, certamente utile per ricordare come si siamo giunti sin qui, ma soprattutto per dare risposte concrete al profondo desiderio del popolo italiano e di noi termolesi di proseguire uniti questo cammino. Auguri a tutti voi, viva Termoli, viva l’Italia”.

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