TERMOLI – “Cinque consigli regionali: Abruzzo, Basilicata, Campania, Puglia e Sicilia hanno presentato una proposta di referendum abrogativo del decreto legislativo 155 per il mantenimento dei presidi giudiziari sul territorio. Per questo i parlamentari molisani, il Presidente della Regione e del Consiglio regionale sono chiamati a farsi interpreti ed a fare pressioni sul Governo ad astenersi dalla riforma sui presidi giudiziari sul territorio”.
E’ quanto riportato in una lettera inviata ai deputati e senatori del Molise, ai vertici politici della Regione, dai tre presidenti degli ordini degli avvocati del Molise: Demetrio Rivellino per la categoria di Campobasso, Marciano Moscardino per i legali di Isernia ed Antonio De Michele per gli avvocati di Larino e Termoli. “Costoro devono sensibilizzare il Govero affinchè si astenga da ogni iniziativa di riforma degli assetti territoriali del servizio giustizia almeno fino a quando non si avranno certezze sui destini della richiesta referendaria e successivamente sugli esiti di questa espressione massima della volontà popolare”.
Gli ordini degli avvocati, in ogni caso, non attenderanno con le mani in mano il possibile taglio della Corte d’Appello di Campobasso e dei due tribunali minori di Larino ed Isernia e, per tale motivo, invitano cittadini, associazioni, ordini professionali, politici, istituzioni ad una mobilitazione popolare contro la chiusura dei presidi giudiziari del Molise. All’appello dei legali si è unito anche il Sindaco di Larino Vincenzo Notarangelo. 

“E’ necessaria una mobilitazione popolare perchè si riesca a convincere chi di dovere che non può nè deve essere perpetrato in danno del Molise ed in particolare delle già sacrificate aree del Basso Molise una ultieriore ingiustizia che porterebbe alla desertificazione di intere zone – hanno dichiarato Notarangelo e De Michele -. Per tale motivo è convocato per il 29 settembre alle ore 16 presso la sala convegni dell’ospedale Vietri di Larino, un’assemblea popolare per dar vita ad un movimento di operatività e di opinione al fine di evitare che sia inferta un’ulteriore ferita in danno di una comunità già lesa”.

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