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CAMPOBASSO _ La recente operazione della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, validamente coadiuvata dalla Guardia di Finanza, ha portato all’arresto di Giovanni Sciacca vicino ad alcuni clan camorristici e al sequestro di beni per 130 milioni di euro in Campania, Lazio e Molise. Nelle scorse settimane con una diversa operazione della D.D.A. sono stati sequestrati beni in provincia di Isernia a esponenti del Clan Moccia e prima ancora sono emersi intrecci pericolosi tra il nostro territorio e la criminalità organizzata. Il Molise è terra di confine con le province di Caserta, Benevento e Foggia.

E’ facilmente raggiungibile e la bassa antropizzazione consente ai latitanti di nascondersi comodamente. La regione è scelta per ripulire e riciclare il denaro sporco con società fantasma e investimenti in vari settori economici. Per queste motivazioni andrebbe potenziata la presenza degli apparati dello Stato preposti alla prevenzione, al controllo e alla repressione dei reati, adeguando gli organici delle Forze di Polizia, della Magistratura e dei Nuclei investigativi della Finanza capaci di ricostruire i passaggi societari fino a risalire ai veri proprietari delle imprese interessate all’eolico selvaggio, ai lavori pubblici e ad attività commerciali o turistiche.

Lo Stato in un’area di confine sottoposta a rischi così rilevanti non può solo andar via, chiudere la Scuola Allievi Carabinieri prima e la Scuola Allievi di Polizia in queste settimane, tagliare gli organici e diminuire gli stanziamenti per le Forze dell’Ordine e la Magistratura. Abbandonare la regione al proprio destino è un errore da evitare con atti concreti e unità istituzionale.

Michele Petraroia

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