Lo striscione di don Antonio Di Lalla
Lo striscione di don Antonio Di Lalla
BONEFRO _ Consapevoli che scateneremo un putiferio, invitiamo democraticamente don Antonio Di Lalla prete di Bonefro a togliere quell’obbrobrio davanti la sua chiesa e gli suggeriamo, se proprio insiste, che se vuole provocare può sempre salire sul campanile della chiesa, convocare tutta la stampa anche nazionale e rimanerci tutto il tempo che crede. Allo striscione che capeggia davanti la chiesa di Bonefro con la scritta “Io ospito i clandestini, e tu?”, noi della Lega Sannita cercheremo di organizzare quanto prima in quel comune Basso molisano, un forum costruttivo con il chiaro obiettivo di promuovere un serio dibattito dove il cattolico ed il cittadino impari anche a dire ai preti “NO, il clandestino non lo ospito”, oppure impari a rispondere “ti ospito stasera clandestino ma domani torni a casa tua, perché la legge italiana mi impone questo”.
Diversamente è contro legge. E’ quanto dichiarato da Lorenzo Lommano presidente della Lega Sannita. Premetto, ha continuato Lommano, che pur essendo cattolico praticante sono consapevole di non essere la persona più adatta ad insegnare a don Antonio, che non conosco se non per la sua attività politica, il mestiere del prete. Ci mancherebbe. Sono però anche convinto e lo ribadisco ha continuato Lommano, che queste miei dichiarazioni scateneranno fobie in tutti quei partiti politici da prefisso telefonico amati da don Antonio, come gli antagonisti, i blu, verdi, marroni, bianchi, associazioni pacifiste e, chi più ce n’ha ne metta, fatta eccezione dei gialli che siamo noi. Finalmente tutti i fan di don Antonio a corto di argomenti si scateneranno nella corsa alla solidarietà e tutti, neanche a farlo apposta dalla sua parte, tutti contro di noi solo perché non condividiamo quello striscione che illegalmente continua a restare al suo posto.

Ogni persona di buon senso che sia cattolico o meno, ha ancora detto Lommano, nel leggere quella frase capisce che chi l’ha scritto incita il cittadino all’illegalità, lo vuole complice di un reato, lo invita a disubbidire e a non rispettare la legge se è vero che la clandestinità in Italia è un reato. Sono certo, ha concluso Lommano, che don Antonio per non smentire il suo disprezzo per le cose che non condivide, sul prossimo numero del suo mensile La Fonte (e non solo) ci dedicherà buona parte del suo spazio per dimostrare ai suoi lettori che siamo razzisti e xenofobi. Se invece come auspico cercherà la verità, comprenderà che noi siamo in buona fede e che ogni eventuale dubbio, è solo frutto di malintesi e fantasia.

Lega Sannita del Molise
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