TERMOLI _ In un recente articolo ho cercato di sollecitare il dibattito su un argomento diventato di stretta attualita’, connesso alla ormai probabile realizzazione a Termoli di una delle 12 centrali nucleari che il Governo ha programmato di realizzare sul territorio nazionale. E’ notizia di oggi (dal sito internet Virgilio-Gallery-notizie) che “ il programma nucleare italiano sta procedendo a pieno regime”, che …”gli esperti nominati dal Governo sono da tempo al lavoro” e che “e’ gia’pronta una bozza del decreto che dovrebbe dare il via definitivo all’atomo”. Il documento fisserebbe alla “..meta’ di febbraio 2010 l’avvio dei lavori di costruzione, affinche’ entro quattro anni sia gia’ in funzione la prima centrale.” Quanto ai criteri di scelta dei siti il criterio guida sara’ “ la vicinanza ai fiumi o piu’ facilmente al mare per utilizzare l’acqua di raffreddamento”. Saranno poi “ prese in considerazione le aree gia’ individuate in passato per la nascita di impianti nucleari e quelle con adeguata capacita’ di collegamento alla rete elettrica nazionale”. Lo stesso sito internet pubblica anche la cartina (che riportiamo sopra) con i siti candidati, secondo i tecnici del CNR. Se le cose stessero effettivamente cosi’ la situazione sarebbe ormai irreversibile e comunque, per quanto riguarda il Molise al punto di non ritorno, posto che come si ricordera’ quello di Termoli era gia’ stato individuato nel programma nucleare degli anni settanta come sito idoneo per la natura geologica del terreno, la presenza del mare,la facilita’ di collegamento con la rete elettrica nazionale,l’ubicazione lungo la direttrice adriatica con adeguate infrastrutture di collegamento portuali, su rotaia e su gomma . Dobbiamo prendere amaramente atto che il silenzio delle Istituzioni e’ eloquente e brucia molto piu’ del materiale fissile che verra’ impiegato nella centrale. Torno allora al problema vero che puo’ essere cosi’ riassunto: cosa fare di questa Regione?

Di una terra che ha conosciuto nella sua breve storia dapprima il forte spopolamento dovuto alla massiccia emigrazione, quindi il depauperamento sistematico delle sue risorse naturali (dalle acque del Biferno al gas delle Piane di Larino ). Ed allora dobbiamo porci il problema di quale futuro assicuriamo alle nuove generazioni; di cosa faremo del complesso delle attivita’ economiche ( anche della nostra florida ristorazione) connesse al turismo specie a quello balneare? Quale agricoltura biologica o allevamento ittico potra’ essere praticata in una zona caratterizzata dalla presenza di una centrale nucleare?

Si comprendera’ che il problema non e’ solo legato alla sicurezza intrinseca della centrale, ma alla sua stessa presenza fisica che, lo si voglia o no, comportera’ problemi connessi alla gestione ed alla sicurezza dei siti con la conseguente “militarizzazione”del territorio, elementi certamente incompatibili con l’idea che tutti noi ci siamo formati di un turismo che richiama ogni anno sui nostri pochi chilometri di costa, migliaia di vacanzieri con le loro famiglie ed i loro bambini.

Credo che i molisani abbiano almeno il diritto di essere preventivamente e tempestivamente informati del loro presente e del loro immediato futuro. Perche’ se la scelta attuata nelle sedi politiche nazionali ed ultranazionali e’ stata quella di utilizzare questo lembo di territorio come “fondo servente” per altre realta’ dominanti (mi scuserete se insisto sul punto) allora sara’ opportuno che si metta sul tavolo anche la valutazione e la discussione franca e serena sulla utilita’ del mantenimento di una realta’ politica ed istituzionale regionale inutilmente costosa in termini di spesa pubblica. E si deve anche sapere che nessun intervento compensativo potrebbe risarcire la nostra dichiarazione di resa in ordine alla difesa del territorio, delle nostre origini e della nostra storia. 

avv.Oreste Campopiano
Segr.Reg.N.PSI – PDL Molise
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