Oreste Campopiano
TERMOLI _ Credo che al punto in cui siamo, qualunque abbia ad essere il risultato dei due più significativi test elettorali, quello delle comunali a Milano e Napoli, l’ esperienza di questo Governo puo’ considerarsi ormai politicamente esaurita. E l’idea di delocalizzare qualche Ministero minore o di creare aree “no tax ” nel milanese, assume più il sapore di uno spot elettorale per recuperare il voto moderato, anziche’ il significato di una strategia politica di ampio respiro. Nè vale la pena interrogarsi ulteriormente sulle responsabilità del sostanziale fallimento di un sistema che, innegabilmente, ha scavato un fossato difficilmente colmabile tra società politica e società civile, come agevolmente si evince dalla disaffezione manifestata dagli elettori con l’astensione dal voto.

In poco più di un triennio si sono letteralmente “bruciate” le lungimiranti prospettive di quel “cambiamento” , di quella rivoluzione liberale che era stata promessa e che invece si è impantanata dapprima nel lungo e sterile confronto-scontro con l’on. Fini, quindi all’interno delle due più grandi componenti della maggioranza; da ultimo di fronte agli appetiti dei cd. “responsabili”.

Ma il vero problema oggi, in Italia come in Molise, non è quello di tirare a campare, ma di costruire una alternativa al sistema che in termini di capacità e di efficienza sia innanzi tutto utile a ridare fiducia ad una realtà depressa; a riavviare la macchina della Politica; a scommettere sulla costruzione di una vera e lungimirante classe dirigente . Quanto alla mia realtà, resto convinto della necessità di uno scatto di orgoglio, di un vero e proprio “patto per il Molise” da stringere con le categorie produttive, le associazioni, i professionisti ed i cittadini nell’ambito di una coalizione, la più ampia possibile, di forze politiche e sociali, che sia espressione del superamento delle strette logiche di appartenenza e di quel modello deteriore che distorce e droga i criteri di rappresentanza democratica, costituito dalla pluralità di liste e di sigle assemblate attorno al prescelto di turno .

Tanto nel delicato tentativo di riattivare le energie culturali ed economiche del territorio nell’ambito di un disegno programmatico articolato e condiviso. Non dobbiamo però nasconderci le difficoltà di questo percorso connesse agli interessi in campo, alle divisioni (sospette) di una sinistra allo sbando; alle giuste aspettative di chi si è speso e di chi vuole condividere il nuovo corso; alle rigidità di un bilancio ridotto ai minimi termini da chi ha amministrato ed amministra tuttora la Regione.

Nell’ambito di questa delicata operazione per uscire dall’isolamento è imprescindibile il contributo convergente di tutti ,perchè ci sono momenti della storia politica nei quali bisogna avere il coraggio di esserci in prima persona, di scommettere senza timori e senza ipocrisie. Un nuovo corso è necessario e possibile per guidare i processi di modernizzazione, di trasparenza e di partecipazione .Le alternative ci sono, sono possibili e concrete. Basterà solo crederci.

( Avv.Oreste Campopiano)

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1 commento

  1. Alternativa? ma non c’è già un’altra alternativa che fa capo a Robertino? Quante alternative servono in Molise per battere il centro DX? Più alternative di organizzano ( = più divisioni necessarie per mettere in luce certi professionisti della politica)e più il centro SX viene sconfitto…….