TERMOLI – Attraverso una primissima analisi dei dati dell’Istituto Nazionale Tumori di Milano e del Ministero della Salute, siamo in grado di fornire alcune stime standardizzate. Siamo partiti da una stima grezza per tutti i tumori maligni in Molise dal 1970 al 2010 e il dato che emerge chiaro ci dice che: a fronte di una diminuzione della popolazione da 320.515 a 310.003 la mortalità per anno in termini assoluti è passata da 453 a 659, in termini di tasso grezzo di mortalità da 141,34 a 212,58; l’incidenza è raddoppiata da 596 nuovi casi l’anno a 1245, la prevalenza da 1700 l’anno a 7782.

Dati di certo degni di approfondimento ma che già preoccupano. Per rendere comprensibile a tutti queste proiezioni iniziali precisiamo che: il tasso di incidenza misura la velocità con la quale una popolazione (nel nostro caso il Molise) esente da una particolare patologia sviluppa quella data malattia durante uno specificato periodo di tempo; la prevalenza, invece, misura il numero di soggetti (di una popolazione) affetti da una particolare patologia in un preciso momento storico; il tasso di mortalità, infine, ci dice le morti per tumore in un dato periodo storico. Cosa ci dicono queste primissime stime? Che i fattori scatenanti neoplasie non sono stati tenuti sotto controllo in maniera sufficiente mediante la prevenzione primaria e non vi è stata una pianificazione delle politiche di tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini.

Questo che significa in parole semplici? Che dopo gli anni 80 in Molise le neoplasie analizzate hanno assunto una rilevanza doppia rispetto agli anni precedenti, quindi, qualcosa è cambiato nel nostro ambiente e nella nostra alimentazione. Una connessione, anche se non provata scientificamente, sussiste di certo, sia in Basso Molise che in Alto Molise, con i nuovi insediamenti industriali (industrie chimiche, turbogas, inceneritori). Questo dato, ovviamente, necessita di ulteriori approfondimenti e potrebbe essere sottostimato. Questa prima analisi ci dice anche che le modifiche all’ambiente dovute agli insediamenti industriali e il probabile inquinamento da rifiuti tossici dopo gli anni 80 possono aver determinato con alto grado di probabilità un notevole aumento delle neoplasie nel territorio molisano. Anche questo dato è meritevole di ulteriori approfondimenti e potrebbe essere sottostimato. Cosa occorre fare allora nell’immediato?

Il Comitato di Difesa della Salute Pubblica del Molise (braccio operativo della Commissione Regionale Anticorruzione) ritiene che occorra innanzitutto cominciare a pianificare ex novo le politiche ambientali del nostro territorio. Le misure più urgenti a nostro avviso sono le seguenti: 1) Istituire al più presto i registri riguardanti le neoplasie (registro tumori, registro mortalità, registro mesoteliomi, registro epidemiologico); 2) Istituire l’osservatorio permanente per il controllo sugli alimenti e sugli animali; 3) Pianificare un sistema stabile di controllo del territorio; 4) Cominciare le operazioni di bonifica di siti accertati come altamente tossici per la salute dei cittadini; 5) Imporre il divieto assoluto di produrre anche un solo filo di erba nei terreni accertati come pericolosi; 6) Monitorare in modo permanente l’aria e le acque territoriali; 7) Cominciare ad adottare il principio chi inquina paga. Esporre una popolazione al rischio di sostanze nocive alla salute umana è contro il diritto alla vita e contro l’eguaglianza tra gli individui, sanciti dalla Costituzione. I bambini dei territori soggetti a rischio hanno diritto al proprio futuro, è quindi più che mai necessario adottare il principio di precauzione (prevenire è meglio che curare).

La magistratura molisana ha individuato da molti anni le zone a rischio e quelle inquinate e certamente dannose per la salute. Pertanto, non vi è alcun bisogno di dimostrare, con onere della prova a carico delle vittime, il danno alla salute determinato dall’esposizione a queste sostanze nocive, occorre che la Regione Molise, lo Stato centrale si diano una mossa! Occorre bonificare ma senza che questa bonifica possa essere un nuovo business per le associazioni criminali. Il Comitato di difesa della salute pubblica del Molise, a scanso di equivoci, precisa che il presente lavoro è soltanto agli inizi del suo sviluppo ed è attuato per ora al solo scopo divulgativo e non è rivolto ad un pubblico esperto ma a tutta la cittadinanza affinchè tutti possano capire e comprendere facilmente i suoi contenuti.

Siamo di fronte a dati osservazionali che imporranno nel fututo un monitoraggio attraverso strumenti più efficaci come il registro tumori che consentano il rilevamento puntuale dei nuovi casi. Occorrerà più tempo ed un gruppo di lavoro stabile per confrontare tutti i dati disponibili e fare una accurata analisi statistica, e noi di certo porteremo a compimento questo arduo compito e ci impegneremo al massimo per restare sempre vicini ai cittadini nella massima trasparenza e nella totale disponibilità. Certi che in questo nostro cammino troveremo numerosi ostacoli, noi andremo avanti con perseveranza e dedizione fino al raggiungimento dell’obiettivo finale.

IL PRESIDENTE DELLA CO.RE.A. MOLISE (dr. Vincenzo Musacchio)

Articolo precedenteBerlusconi decaduto entra in Senato Ulisse Di Giacomo. Frattura: è un vantaggio per tutti
Articolo successivoLa Giusta scuola ribatte a Di Brino: noi non facciamo allarmismo ma prevenzione per le scuole