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Erri De Luca (galleria fotografica)TERMOLI – La sala del cinema Sant’Antonio a Termoli, gremita fino all’inverosimile (oltre 300 persone), accoglie Erri De Luca, scrittore con un lungo excursus nell’estrema sinistra e militante di Lotta Continua, da dieci anni vicino e presente nelle lotte dei valligiani contro la TAV. Un incontro organizzato dall’associazione culturale “Sopra le righe” in cui si ha l’occasione di conoscere l’ultimo libro dello scrittore, “LA PAROLA CONTRARIA”, edito da Feltrinelli e nato all’indomani delle vicende giudiziarie che stanno caratterizzando questa fase della vita dello scrittore:l’accusa da parte di una procura piemontese di “istigazione a commettere reati”. Questo solo perché in un intervista avrebbe dichiarato che la TAV va sabotata. «Vorrei che mi facciano conoscere quali persone, con le mie parole, avrei istigato a delinquere o a compiere azioni criminose!»- Si chiede sarcasticamente lo scrittore rivolgendosi alla attentissima platea.

Erri De Luca rivendica qui ancora e con forza il diritto a sabotare: Sabotare è un atto di protesta e di ribellione come lo scioperare in una fabbrica per impedire la produzione, come quando gli operai tessili francesi con i loro zoccoli (i sabot appunto) bloccavano i macchinari che decimavano l’occupazione, oppure fare ostruzionismo con le parole per opporsi a un disegno di legge! Gli applausi in sala scrosciano generosamente all’indirizzo dell’autore. In Italia, purtroppo, non viene mai detta la verità e valgono sempre le ragioni del profitto e dello sperpero di denaro pubblico. Quanti, infatti, sanno dell’inutilità della TAV come opera -destinata a rimanere incompiuta come altre decine di grandi opere nel nostro Paese- e dei rischi alla salute che si corrono a perforare montagne cariche di amianto. Qui lo scrittore punta il dito contro i politici e contro i giornalisti, definiti, senza giri di parole, dei dipendenti costretti a seguire le direttive padronali e a nascondere la verità.

La conoscenza della sua personale vicenda la deve fortunatamente alla grande diffusione del suo libro in Francia, in Spagna e in altri Paesi Europei che hanno costretto così l’informazione italiana a dover affrontare, non senza imbarazzo, il suo caso. Non stupisce apprendere che, in quanto a libertà d’informazione, l’Italia staziona permanentemente tra gli ultimi posti. Le parole asciutte e affilate dello scrittore, che viene a proferire di lotte, di salvezza del territorio, di libertà e di sabotaggio, risuonano nella sala. A qualche persona forse sarà sembrato un alieno di passaggio a Termoli.

Conclude lo scrittore: “E’ la prima volta che nel nostro Paese uno scrittore viene processato con un’accusa di questo genere, disattendendo il dettato costituzionale, e mi batterò con tutte le mie energie -conclude lo scrittore- perché sia anche l’ultimo.” Nella sala che sfolla, s’ode anche qualche mugugno e si vede qualche viso stizzito, pochi invero. Ma erano presenti anche tanti ragazzi, attenti e interessati, vogliamo credere che la forza di quei pensieri siano penetrati nella loro mente e nel loro cuore. In questa emblematica battaglia, non possiamo che ribadire insieme a loro, che “Noi siamo con Erri.”

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