CAMPOBASSO _ In base ad un’elaborazione dell’Istituto Bruno Leoni è stato calcolato come con un taglio incisivo ai costi della politica si otterrebbero risparmi di spesa per complessivi quindici miliardi di euro. Ossia tre volte il gettito dell’Imu sulla prima casa e il 70% del gettito complessivo dell’Imu. Ma per fare un’azione tanto profonda bisogna avere coraggio e ascoltare la voce, ogni giorno sempre più disperata, delle imprese. “Confimpresa ritiene che ogni giorno che passa sia un giorno drammatico per tutte le aziende che cercano di sopravvivere – dichiara Luigi Zappone, presidente dell’associazione– ed un giorno fatale per quelle invece che sono costrette a chiudere. Ricordo solo come ogni giorno in Italia 167 negozi chiudono i battenti, ma verifico anche come questo avvenga nel più completo silenzio.

Anzi. Registro anche come i sindacati tradizionali di rappresentanza delle imprese sono indaffarati in riorganizzazioni di organigrammi, in meeting e convegni dai costi esorbitanti e non offrono alcuno sollievo alle piccole imprese nel vortice di una crisi devastante. Confimpresa sta definendo iniziative di prossimità e di vicinanza alle piccole realtà economiche locali e il successo crescente che stiamo registrando, con continue nuove adesioni, è la riprova che siamo sulla strada giusta. Abbiamo attivato strumenti di sostegno al credito, abbiamo avviato iniziative di animazione territoriali con promozione e vendita dei prodotti, abbiamo cercato modi di contrastare le pretese insensate e vessatorie delle agenzie fiscali e di Equitalia. Tutto stando sul territorio, tra la gente e gli operatori economici. Ma oggi si rende necessario un ulteriore passaggio, quello di chiedere alla politica in modo immediato la riduzione delle proprie spese.

I dati sono agghiaccianti. Solo l’analisi dell’Istituto di ricerca Bruno Leoni parla di 15 miliardi di possibili tagli della spesa. Attenzione, parliamo di tagli e non di azzeramento. Dopo avere risparmiato 15 miliardi di euro la nostra democrazia continuerebbe a funzionare perfettamente, come e meglio di prima. E allora ci attendiamo anche dal nuovo governo regionale un’incisiva politica di tagli dei costi dei politici, nell’intera galassia regional, inclusi i tanti e spesso sconosciuti enti subregionali.

Gli imprenditori non ce la fanno più e hanno bisogno anche di gesti che diano fiducia. Sapere che il politico si adegua ai tempi di crisi, sapere che non ci sono più vitalizi, indennità o consulenze concesse solo per militanza e fedeltà elettorale è un fatto importante e necessario. Altrimenti l’esasperazione potrebbe facilmente trasformarsi in disperazione e disordine”.

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