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CAMPOBASSO _ Come già annunciato, la provincia di Campobasso ha notificato a tutte le parti interessate il ricorso presentato al TAR Molise affinché sia annullato il Piano di dimensionamento della rete scolastica regionale per il periodo 2011 – 2013, così come è stato recentemente approvato dal Consiglio regionale e ufficializzato tramite successivo decreto del Ministero dell’Istruzione. L’impugnativa sottolinea la manifesta illegittimità degli atti della Regione Molise, prodotti in difformità con quanto previsto dalla normativa statale e dalla legge regionale vigente, le quali attribuiscono entrambe alle province le competenze ad adottare il Piano di dimensionamento scolastico provinciale, mentre alla Regione spetta la competenza di approvare il Piano regionale a seguito della semplice attività di coordinamento dei Piani provinciali.

In maniera efficace viene altresì posto all’attenzione dei giudici amministrativi il fatto che la stessa Regione abbia praticamente redatto “ex novo” il Piano regionale senza effettuare nessuna istruttoria conoscitiva, modificando sostanzialmente il Piano provinciale e sostituendolo con previsioni completamente disancorate dalla realtà e dalle prescrizioni di legge e di indirizzo. In definitiva ed in maniera palese, il Piano regionale ed il conseguente provvedimento ministeriale così come sono stati approvati appaiono frutto dell’improvvisazione e della confusione derivanti da una scorretta e inesatta lettura dell’attuale configurazione della rete scolastica. Il Piano, in definitiva, non assicura un impiego ottimale delle risorse professionali e strumentali disponibili e la permanenza e la stabilità delle istituzioni scolastiche interessate.

In questo modo, viene paventato il pericolo che si arrivi in breve ad una assoluta carenza di programmazione che non potrà che risolversi nell’incapacità di offrire alle comunità locali una pluralità di scelte articolate sul territorio che agevolino l’esercizio del diritto all’istruzione e di favorire l’inserimento dei ragazzi e dei giovani in una comunità educativa culturalmente adeguata ed idonea. In pratica, il Piano regionale, ormai in via di attuazione, sta già portando allo smembramento di alcune realtà scolastiche significative e all’aggregazione di altre, operazioni entrambe prive di ragionevolezza e coerenza con gli obiettivi normativi e gestionali previsti da un tale atto.

Il rischio per il quale il ricorso chiede che la Giustizia amministrativa intervenga con celerità, risiede anche nel fatto che la nuova situazione possa consolidarsi a scapito degli studenti, delle famiglie e degli stessi insegnanti e dirigenti scolastici, creando danni difficilmente riparabili per gli stessi enti locali che rischiano di veder messa in forse la loro stessa esistenza nel prossimo futuro.

“Ritengo che la maggioranza di centrodestra in Consiglio regionale – afferma il Presidente D’Ascanio – approvando un Piano siffatto, che ignora regole e norme codificate e che pone gravi ipoteche sul futuro stesso di molto istituti scolastici, abbia commesso un grave errore politico e istituzionale. Oltre a danneggiare obiettivamente realtà che andavano salvaguardate per il loro ruolo e per la loro funzione culturale ed educativa, si sono operate scelte molto deleterie. Su un tema di così grande importanza, invece, bisogna pensare a come organizzare l’intero sistema scolastico regionale, prevedendo il suo sviluppo e la sua cura anche in termini di dotazioni di personale, finanziarie e di strutture. Forse sarebbe stato il caso che nella massima assise legislativa del Molise qualcuno si fosse ricordato che la Scuola pubblica anche per questa regione è un caposaldo fondamentale per progettare la sua ripresa sociale, economica e culturale e non uno strumento da utilizzare a fini elettoralistici”.

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