LARINO _ Un, due, tre: stella! Ha tanto il sapore di un vecchio gioco quello che sta facendo il Governo con il Sistema Sanitario del Molise. Portato allo sfacelo totale durante i mandati presidenziali di Michele Iorio, manco a dirlo proprio lui viene nominato Commissario ad acta per porre rimedio alle sue stesse “magagne” (un). Come c’era da attendersi la situazione ha continuato a peggiorare ed ecco (due) la nomina di un sub commissario ministeriale, la dottoressa Isabella Mastrobuono, la quale non ha fatto altro che ratificare gli ulteriori atti sconsiderati che Iorio ha continuato ad emanare. Di conseguenza, il Tavolo Tecnico per la verifica degli adempimenti regionali, nella riunione del 6 aprile 2011, ha evidenziato le inadeguatezze, le inadempienze e gli sprechi della Regione Molise per mano del Commissario ad acta (Presidente Iorio). Il mancato rispetto dei termini stabiliti dalla normativa nazionale ha determinato il permanere di “criticità e inadeguatezza già manifestate in precedenti incontri”.

Ed ecco (tre) la nomina di un altro sub commissario, il dottor Mario Morlacco, anch’egli “bruciato” già in partenza. Il motivo è presto detto: ancora una volta il Governo centrale ha mancato di revocare l’incarico commissariale al Presidente Iorio contravvenendo alla propria stessa legislazione (art. 2, comma 84 Legge 191/2009) e violando la Legge 222/2007 che all’art. 2 recita: “Ove la regione non adempia alla diffida di cui al comma 1, ovvero gli atti e le azioni posti in essere, valutati dai predetti Tavolo e Comitato, risultino inidonei o insufficienti al raggiungimento degli obiettivi programmati, il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze, di concerto con il Ministro della salute, sentito il Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali, nomina un commissario ad acta per l’intero periodo di vigenza del singolo Piano di rientro, con la facoltà, fra le altre, di proporre alla regione la sostituzione dei direttori generali delle aziende sanitarie locali ovvero delle aziende ospedaliere.

La nomina a commissario ad acta è incompatibile con l’affidamento o la prosecuzione di qualsiasi incarico istituzionale presso la regione soggetta a commissariamento. Gli eventuali oneri derivanti dalla nomina del commissario ad acta sono a carico della regione interessata”. (Strano che la Magistratura non rilevi tutte queste irregolarità!) I toni trionfalistici del Presidente della Regione Molise sull’andamento della Sanità sono, dunque, sconfessati da provvedimenti adottati a livello governativo, che risultano totalmente illogici e che finiscono per ingenerare ulteriore confusione in un sistema in cui è ormai impossibile stabilire chi debba fare cosa (stella!). Di questo passo quando ne verremo fuori? In tale stato di cose e alla luce della grave situazione finanziaria il Presidente-Commissario ad acta è sostituito per manifesta incapacità e non è più candidabile per nuovi incarichi. La sensazione diffusa nelle case dei molisani è ormai quella di avere a che fare con una politica tappabuchi portata avanti da una maggioranza che tenta disperatamente di arrivare alle prossime elezioni regionali con la “faccia pulita”. E’ uno sforzo vano quello di nascondere la sporcizia sotto il tappeto, come se i cittadini fossero diventati tutti ciechi e sordi di fronte allo sfacelo che regna nel mondo della “salute”, dove i tagli, gli abbandoni, le spartizioni, le inefficienze sono ormai riscontrabili in tutta la rete ospedaliera regionale.

Lo scempio compiuto ai danni degli ospedali di Larino, Agnone e Venafro non hanno prodotto alcun risparmio o razionalizzazione al contrario è di gran lunga aumentata l’inefficienza del sistema che provoca ulteriore mobilità passiva e stanno aumentando in misura preoccupante i casi di mala sanità: di tutto questo il Comitato pro Vietri era stato facile profeta! La nostra sanità regionale sta regredendo a livelli da terzo mondo: nei reparti si assiste ad assembramenti disumani con 5 o addirittura 6 letti per stanza e non esiste un angolo di privacy, i pazienti già duramente provati dal loro precario stato di salute sono spogliati anche della loro dignità. Per fare un semplice esempio: non è degno di un Paese civile che una donna straziata da una mancata maternità debba condividere lo stesso ambiente con quelle che madri lo sono gioiosamente diventate. Sono, ormai, innumerevoli le situazioni di assoluta mancanza di rispetto per i diritti del malato e questa politica del “carciofo” ha portato solo allo spreco, al clientelismo elettorale, alla de-qualificazione delle strutture di eccellenza, alla mancata attuazione dei livelli essenziali di assistenza (LEA) e al blocco totale dei servizi più elementari per i meno abbienti. Di tutto questo i cittadini hanno già piena consapevolezza! Lo hanno dimostrato ai recenti appuntamenti elettorali: ad Agnone il centro-destra ha perso il governo del Comune; a Larino, dove si è votato per le provinciali, il responso delle urne ha decretato che l’attuale Amministrazione non ha più il consenso della città e l’astensionismo è stato altissimo. Un risultato ben diverso da quello descritto dalla solita Associazione, composta ormai da una sola persona, che stigmatizzando altresì le divisioni della sinistra ha dimenticato di esserne anch’essa l’artefice. Sono proprio le lacerazioni di una inconcludente sinistra l’arma vincente di un incapace centro-destra.

E’ stata, dunque, incisiva l’azione del Comitato per la difesa dell’Ospedale “G. Vietri” nel sottolineare la mollezza dell’Amministrazione larinese che ha subito passivamente le penalizzanti decisioni di Iorio, verso il quale i nostri amministratori ancora si prodigano in salamelecchi. Prendessero esempio dai Sindaci abruzzesi che nel vedersi chiudere gli ospedali delle proprie città non hanno esitato a presentare ricorsi al TAR e li hanno visti accolti. Il nostro sindaco, dott. Guglielmo Giardino, invitato dal Comitato a proporre per primo il ricorso al TAR rifiutò di farlo e ne abbiamo pagato tutte le conseguenze. In conclusione è d’obbligo una precisazione: la disparità di organico tra operatori dei pronti soccorsi e operatori del 118 denunciata in un precedente comunicato non è da interpretarsi come un attacco nei confronti di questi ultimi, che pure hanno la nostra stima ed il nostro riconoscimento per il prezioso lavoro che svolgono. L’intento era quello di evidenziare l’incapacità organizzativa della ASREM che determina gravi squilibri facendo insorgere spiacevoli conflitti.

Comitato pro Vietri Larino.

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1 commento

  1. Sarebbe ora che si scrivesse tutta la verità sulla sanità molisana e non le barzellette. In questi ultimi hanni la realtà è stata completamente travisita grazie anche ad una buona dose di ipocrisia. VERITA’