Alberto Montano
Alberto Montano
TERMOLI _ La crisi economica e la crisi del sistema politico stanno scuotendo come un terremoto tutti le istituzioni del Paese. Dopo il Parlamento e le Province è il momento delle Regioni dove lo scandalo delle spese facili e illecite dei gruppi consiliari rischia di dare forza a tutti coloro che da tempo lavorano alla soppressione delle piccole Regioni e in particolare del Molise come entità autonoma.  Il riconoscimento storico dell’ autonomia regionale ottenuto decenni or sono in sede costituzionale e fondato su valori e identità culturali e di tradizione del popolo e del territorio molisano non rappresenta più un punto fermo e inamovibile. Oggi le parole d’ordine della discussione politica sono diventate esclusivamente i parametri economici, i costi, le dimensioni geografiche, il numero di abitanti. Di fronte al rischio, che dati i tempi diviene sempre più concreto, che il Molise possa diventare un agnello sacrificale sull’altare della Spending Review, chi ha a cuore l’esistenza della Regione come terra autonoma deve reagire non solo con il sentimento ma anche con la ragione.

Questo vuol dire che di fronte ai numeri e ai parametri economici che oggi guidano i ragionamenti politici non si ottiene successo rispondendo con il pur bel ragionamento dell’identità, della storia e della tradizione. La risposta deve contenere numeri e parametri economici che rendano ragionevole e forte la difesa dell’autonomia regionale. E questi numeri e questi parametri richiesti dalla combinazione esplosiva del Federalismo Fiscale e della Spending Review il Molise non ce li ha. Che fare? Quali sono le proposte politiche oggi in campo per opporsi allo scioglimento di fatto della regione Molise? L’On. Di Pietro ha già cantato il de profundis e sta alacremente lavorando per far sparire il Molise, una regione che dovrebbe essere anche la sua, ma in cui egli riesce a vedere solo pecore che, essendo uguali a quelle dell’Abruzzo, possono diventare tutti abruzzesi.

Spiace per lui che in Molise oltre alle pecore ci siano i Molisani e credo che in pochi abbiano voglia di diventare tutti Abruzzesi. Parlando invece di proposte più rispettose per il Molise, quella di una federazione regionale con l’Abruzzo e le Marche, ripresa di recente dal sen. Di Giacomo in un suo intervento e a cui ha dato l’assenso anche il consigliere regionale Petraroia, contiene molti aspetti significativi e interessanti. Tale proposta è certamente innovativa e fatta con onestà intellettuale, partendo dall’intento di voler difendere il Molise dai rischi di dissoluzione. Su tale proposta sarebbe però necessario costituire una commissione di giuristi, costituzionalisti e economisti per effettuare un’attenta valutazione e un piano di fattibilità sui meccanismi istituzionali che dovrebbero governare le regioni federate e su come potrebbe effettivamente realizzarsi e funzionare una federazione di servizi e competenze come proposto. Ma soprattutto si dovrebbe studiare come tutto questo potrebbe essere realizzato mantenendo identità e autonomia della Regione Molise.

La costituzione di una commissione di saggi ed esperti potrebbe dare risposte al dubbio, che anche io personalmente ho, che procedere su questa strada possa semplificare, piuttosto che allontanare, la possibile decisione della soppressione del Molise come regione autonoma. Una Regione esiste se ha la possibilità di decidere su sanità, trasporti, infrastrutture, politica industriale, spese sociali e così via. Se non può decidere o se ha bisogno di avere il placet di altre Regioni sulle decisioni non è più autonoma. Molto utile sarebbe invece la stretta collaborazione di Molise, Abruzzo e Marche in termini di scelte politiche per progetti e sviluppo strategico dell’area adriatica al fine di ottenere attenzione e finanziamenti dal Governo Nazionale e dalla Comunità Europea: un piano congiunto di sviluppo dei territori regionali per le infrastrutture stradali, ferroviarie, auto portuali e portuali; un’azione di marketing internazionale comune sull’offerta turistica delle aree costiere e del patrimonio ambientale, storico e culturale; un progetto di potenziamento delle autostrade del mare per i collegamenti con l’area dei paesi balcanici. Tutto questo ha bisogno di una Regione Molise forte e autonoma, capace di sedersi alla pari con le altre ad un tavolo progettuale e di trattative.

Come fare allora? Non possiamo dimenticare l’altra proposta politica che è in campo in questo momento e che è quella di un ampliamento dei confini regionali del Molise. Appena al di là dei confini regionali ci sono infatti movimenti popolari, sindaci, consigli comunali e provinciali che stanno chiedendo alla nostra Regione di accogliere la loro spinta di aggregazione. Il piccolo Molise che diviene polo di attrazione per territori confinanti che spesso hanno storia, tradizioni,cultura molto vicine alle nostre e interessi economici convergenti con il nostro. Campobasso che diventa capoluogo di una regione Molise (che non deve cambiare nome) più grande, più ricca, più popolosa. Una Regione che può rispondere con i numeri ai ragionamenti economici che oggi la penalizzano. Un più grande Molise che accoglie tutti i comuni confinanti che chiederanno di essere accolti nel territorio regionale. Questo sarebbe un Molise veramente capace di rilanciare il confronto con tutte le altre Regioni. Oltre alla possibile federazione con Abruzzo e Marche abbiamo anche questa possibilità per rafforzare l’autonomia del Molise e non possiamo non pensarci.

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3 Commenti

  1. Ad uso proprio.
    Montano come tanti altri che predicano l’autonomia, hanno principalmente lo scopo di salvaguardare la posizione personale, tutto il resto è noia. Questi signori sono i primi responsabili della situazione economica e sociale tragica in cui il Molise e i Molisani, e continuano a pensare come fare per conservare la loro vera attività professionale quella di “mantenuti” della politica. Con urgenza occorre realizzare una macro Regione unitamente all’Abruzzo e alle Marche, sicuramente avremo pochi ma buoni rappresentanti a differenza di ora che con appena 500 voti si diventa consigliere regionale.

  2. D’accordissimo con CLQ per una macroregione adriatica formata da marche abruzzo molise. Si tratterebbe di una realta’ di una importanza cruciale nello sviluppo nel mediterraneo, con peculiarita’ territoriali e prospettive di sviluppo comuni.