BorgoTermoli Torri
La seconda torre all’ingresso del Paese Vecchio (Archivio O.De Lena)
TERMOLI – Succede talvolta che un documento venga interpretato in maniera diversa a seconda dell’uso che dello stesso documento si intende fare. Ci si attacca a una parola o a una virgola per dimostrare che quanto era stato detto in precedenza, alla luce di una nuova e più corretta lettura, va rivisto. In alcuni casi, quando non si ha la possibilità di trovare in un documento la comoda informazione risolutiva ci si attacca agli specchi per sostenere almeno dei confortanti dubbi per rimettere tutto in discussione.

Gli esempi, da qualunque parte provengano, sono numerosi. Recentemente è successo per la decisione presa dalla Soprintendenza a proposito del progetto tunnel (e tutto il resto). C’è chi ha sostenuto che il parere sia negativo con tanti “ma” e “però” che lascerebbero spazio a ripensamenti e aperture future. Il documento della Soprintendenza è ora a disposizione di tutti e sembra decisamente contrario al progetto con una precisa e ben articolata presentazione delle obiezioni che costituiscono la base per la definizione del Parere negativo da rendere in sede di Conferenza di Servizi (la sottolineatura è nel documento).

La Soprintendenza ha rilevato numerosi “risvolti significativi sotto svariati profili di analisi (paesaggistica, urbanistica, storico-archeologica)”. Siamo tra quelli che sono d’accordo con la decisione della Soprintendenza che, anche in questo caso, costituisce un baluardo contro la devastazione del territorio (sport nel quale quasi tutte le amministrazioni comunali che si sono susseguite hanno gareggiato). Le motivazioni addotte sono pienamente condivisibili.

Vorremmo qui portare un piccolo contributo a proposito del “rischio archeologico” offrendo qualche informazione a chi ha avanzato dubbi sull’esistenza dei resti di una seconda torre all’ingresso del Paese Vecchio, oltre alla torre Belvedere. Il sistema torri e antemurali costituiva una sorta di barbacane di protezione avanzata rispetto all’ingresso (o forse un rivellino?). Il disegno di M.Bolzoni che illustrava un articolo di G.D’Andrea (Il tempo, 29.06.1949) è stato fatto sulla base di quanto era emerso alcuni anni prima durante uno scavo per le fognature. Già nel 1916 durante lavori stradali erano stati riscoperti i resti della torre a una profondità di circa 2 metri.

Nella veduta di Termoli contenuta ne Il Regno di Napoli in prospettiva dell’abate G.B.Pacichelli (Napoli, 1703) sono disegnate in bella mostra due torri circolari vicino al castello. Va osservato che la veduta presenta diverse approssimazioni ed alcuni errori dovuti al fatto che, probabilmente, si tratta di un rilievo eseguito con una certa accortezza soltanto per le mura di cinta riservando meno attenzione per il tessuto urbano. E’ ipotizzabile che lo schizzo di rilievo sia stato riportato rovesciato sulla lastra di rame e, successivamente, completato con le didascalie dei luoghi che risultano, così, a rovescio. Se si inverte il disegno si ha però una indicazione interessante e più realistica delle due torri dell’avancorpo d’ingresso in relazione al castello.

Esistono altre carte di grande interesse. Molte di queste sono il risultato di un rilevamento della marina militare; presentano dettagli strategici per il controllo della coste e dell’immediato entroterra. Tra le mappe più conosciute dobbiamo accennare a quella recentemente riproposta (da P.L.Caruso a proposito della disputa sulla falesia) e nella quale è riportato l’abitato di Termoli.

È contenuta nell’Atlante marittimo del Regno di Napoli del Rizzi Zannoni (Napoli, 1792) ed era stata ripubblicata da E.Petrocelli, Il Molise nelle immagini cartografiche, Isernia,1995. Una osservazione sommaria è sufficiente per notare la ricchezza grafica della conformazione territoriale e la ricchezza dei toponimi mentre possono sfuggire particolari sul centro abitato di Termoli. Un adeguato ingrandimento dell’abitato, però, svela alcuni dettagli straordinari. Lungo il perimetro delle mura, sul lato verso terra, sono evidenti gli ingombri di due torri affiancate a breve distanza tra loro. Si potrà notare come le due sagome siano un po’ sopradimensionate. Non è un errore: si tratta con buona probabilità dell’ingombro a livello del terreno delle torri a scarpa poligonale che, per l’appunto, alla base sono molto più ampie della parte superiore cilindrica, sul toro. Le parti oggi interrate della torre Belvedere e della sua gemella saranno intercettate dagli scavi del tunnel (pardon: passante) a una profondità di pochi metri dall’attuale piano di campagna.

Indicazioni ancora più precise sono nella più recente Carta Rilievi delle coste dell’Adriatico…(1830-35) nella quale è ben indicata la base della torre scomparsa allineata con il volume del cosiddetto Carcere Vecchio (demolito alla fine degli anni ’20 del secolo scorso) e con la strada che portava direttamente alla antica chiesa di S.Antonio con annesso cimitero (tutto il pianoro risulta a forte rischio archeologico) e passava a fianco di quello che sarebbe diventato il cinema Adriatico (che maggiori attenzioni avrebbero potuto salvare). La carta può essere consultata sul prezioso volume Termoli e Bonaparte (Termoli 2017) di N.Troilo. Anche in questo caso sarà necessario un forte ingrandimento ma ne varrà davvero la pena.

È evidente come nella questione tunnel gli interessi in gioco siano tanti, evidenti e/o nascosti. È giusto che la città debba occuparsi del suo futuro. Ma pensate davvero che un complesso architettonico fuori scala e gestito da una bacchetta magica sia la scelta giusta? Un progetto non basato sulla reale conoscenza dell’esistente (con indagini approssimative a posteriori solo perché provocate dalle numerose sollecitazioni) ma piuttosto basato sulla previsione di vantaggi imprenditoriali.

Chi sostiene che l’intervento sarebbe “epocale” dovrebbe riflettere sul fatto che nella storia non di rado proprio gli eventi epocali, soprattutto se gestiti da pochi, hanno causato danni con lunghe e costose conseguenze. Il fatto che il privato ci metta dei soldi (e non certo per filantropia) non autorizza a legittimare un progetto che è destinato a stravolgere la città dando l’illusione che sia vantaggioso per la città mentre lo sarà soltanto per chi ne diventerà proprietario di fatto e gestirà parcheggi, appartamenti, negozi e teatro. E non certo per pochi anni.

Luigi Marino

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3 Commenti

  1. tunnel
    SU QUESTO ARGOMENTO STANNO INTERVENENDO TUTTI AD ECCEZIONE DI CHI RIVESTE CARICHE ELETTIVE ALLA CAMERA DEI DEPUTATI O ALLA REGIONE CON I VOTI DEI TERMOLESI CHE PREFERISCE RESTARE IN SILENZIO SENZA CAPIRE CHE DISINTERESSARSI DI UNA GROSSA QUESTIONE RIGUARDANTE LA CITTA’ OVE RISIEDONO SICURAMENTE SARA’ PER LORO PENALIZZANTE AL PROSSIMO APPUNTAMENTO ELETTORALE.

  2. tunnel si Tunnel no
    Questa problematica va affrontata in sole due maniere:
    Primo: dare voce solo ai persone qualificate per i vari aspetti tecnici;
    Secondo: dare voce ai termolesi con un referendum che chiarisca inequivocabilmente da che parte stanno i cittadini.