“Ciuuuuurma, fuori dal TUNNEL con me!  C’è Peter Pan   ed io sono  Capitan Marino…”.
 (scusate questa scherzosa digressione) 
Ma entriamo nell’argomento.
MeterePortoTERMOLI – Finalmente,  i  “contrari al  tunnel”  hanno trovato un’icona qualificata che difenda i loro progetti e le loro idee. Termoli Decide, Termoli NO TUNNEL, il Movimento  5 STELLE, affideranno ora tutte le loro speranze all’ ex docente di Restauro dei Monumenti dell’Università di Firenze, Luigi Marino, termolese.

Persona saggia e di tutto rispetto. È un  “cane sciolto” come me, perché non appartenente a nessun gruppo politico locale. Ci conosciamo da tempo e su quest’argomento abbiamo già discusso altre volte. I pareri sono opposti: da sempre io sono favorevole; da sempre lui è contrario!

C’è però, un’onestà culturale e intellettuale tra noi che ci ha fatto discutere sempre pacatamente. Persone che parlano la stessa lingua, quella dell’architettura, possono anche dissentire. Spesso si chiariscono e  aggiungono un nuovo tassello alla loro conoscenza. Succede!

Infatti, “La differenza tra le persone sta solo nel loro avere maggiore o minore accesso alla conoscenza» (Lev Tolstoj). Quando a questa si possono portare esempi omologhi e comprensibili, si possono ottenere anche ottimi risultati.

Ad esempio. Il Nostro cita il concetto di “città globale” di Saskia Sassen, la quale dimostra come “…numerose metropoli mondiali si sono sviluppate all’interno di mercati transnazionali e hanno ormai più caratteri in comune tra loro che non i rispettivi contesti regionali e anche nazionali”. Le “città globali”, secondo la Sassen,  sono  “… il centro di snodo per commerci, finanza, attività bancarie, sbocchi economici. Esse servono ad identificare territorialmente i processi di potere scaturiti dalla ristrutturazione economica”. 
Tutto ciò,  può essere positivo  per il nostro paese interpretato come una Città globale che usufruisca, in qualche modo,  delle funzioni di cui sopra. 

Sarà, comunque, tutto da dimostrare!

 Si possono portare come esempi positivi, anche città che hanno eseguito “interventi di riqualificazione” modificando l’urbanistica e la “viabilità cittadina” (Vedasi  “Un viaggio della memoria” – stesso autore – pubblicato il 14 maggio u.s.  in mynews). 
E ancora. Noi ci auguriamo, ad  esempio,  che gli interventi del Pozzo Dolce si estendano al altre parti della città. Si compirebbe così quella ricucitura urbana che Renzo Piano auspica da sempre in questi casi  e che neanche le New Toys inglesi sono riuscite ad attuare. Siamo ambiziosi? Si vedrà!

Gli interventi sotto Piazza S. Antonio, le cosiddette catacombe sono, in realtà, soluzioni architettoniche che possono più o meno piacere e delle quali esistono  planimetrie nella sede  municipale che anche il sottoscritto ha potuto visionare.

Più di una volta il Nostro ha detto che Termoli rischia di diventare un “villaggio turistico”. Cosa vuol dire? Tutta l’Italia dovrebbe diventare una “città d’Arte” e un enorme “villaggio” dove il “Turismo”, quello con la “T” maiuscola, la  fa da padrone. Ne abbiamo a iosa di monumenti, di storia gloriosa e artistica nelle nostre città d’arte! Pertanto, il nostro non sarà mai un turismo improvvisato, ma razionale e programmato. E poi! Quello che si vedrà dal Borgo non sarà un panorama desolante se sarà eseguita un’architettura a regola d’arte!

“Ciò che sta per accadere a Termoli sembrano idee faraoniche”, afferma il Nostro. Per uno che ha operato sempre nel restauro, qualsiasi nuovo intervento può sembrare un’idea faraonica…

Due vite, due culture! Questa è la verità! La differenza tra il sottoscritto e l’architetto Marino è la seguente: io ho operato facendomi i calli alle mani sui cantieri dove ho lavorato – avendo come maestro il prof. Roberto Pane, docente di Restauro presso l’Università d’Architettura di Napoli, di fama internazionale -; Marino, docente di restauro di edifici e monumenti è un teorico. Ed è proprio questo secondo aspetto che potrebbe consegnare Termoli a diventare un “paesone di periferia”, senza ambizioni di crescita e limitato all’unico baluardo architettonico: il Borgo Vecchio, protetto e contemplato sotto la nuvola di Fuksas.     
Con tanti auguri di buona visione  ai termolesi!”

Saverio Metere
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Saverio Metere
Saverio Metere è nato a Termoli il 23 settembre del 1942. Vive e lavora a Milano dove esercita la professione di architetto libero professionista. Sposato con Lalla Porta. Ha tre figli: Giuseppe, Alessandro, Lisa. Esperienze letterarie. Oltre ad interventi su libri e quotidiani, ha effettuato le seguenti pubblicazioni: Anno 1982: Lundane da mazze du Castille, Prima raccolta di poesie in vernacolo termolese; anno 1988: I cinque cantori della nostra terra, Poeti in vernacolo termolese; anno 1989: LUNDANANZE, Seconda raccolta di poesie in vernacolo termolese; anno 1993 da Letteratura dialettale molisana (antologia e saggi estetici–volume primo); anno 1995: da Letteratura dialettale molisana (antologia e saggi estetici–volume secondo); anno 2000: I poeti in vernacolo termolese; anno 2003 (volume unico): Matizje, Terza raccolta di poesie in vernacolo termolese e Specciamece ca stá arrevanne Sgarbe, Sceneggiatura di un atto unico in vernacolo termolese e in lingua; anno 2008: Matizje in the world, Traduzione della poesia “Matizje” nei dialetti regionali italiani e in 20 lingue estere, latino e greco.

5 Commenti

  1. pensionato ancora attivo
    Si possono avere pareri contrari ma non credo si debbano fare contrapposizioni personali. Non sono il paladino di nessuno. Chi mi conosce (non tu certamente visto che ci siamo trovati a parlare soltanto un paio di volte, in maniera del tutto occasionale) sa che non sono mai stato un competitivo. Ritengo giusto esprimere le proprie convinzioni senza farsi catturare dalla logica del marcare le differenze. Ognuno ha il diritto di avere delle idee e di comportarsi di conseguenza. Supponiamo che io sia un teorico (dovresti però controllare il mio curriculum: non ho mai fatto villette ma ho fatto restauri in Italia, Francia e Svizzera, Giordania, Israele, Libano, Palestina, Iran, Siria e Cuba) e un ex docente (ma ho ancora corsi a Firenze e a Napoli): questo cosa vorrebbe dire? Chi fa (voce del verbo fare) ha ragione sempre e comunque? Ma siamo davvero sicuri che il fare sia sempre positivo? Non credi che talvolta rinunciare a fare (piuttosto che fare male o contro le proprie convinzioni) sia la scelta più giusta? Tu hai delle idee diverse dalle mie ma non accetto che vengano contrapposte alle mie come fai tu. Non è la prima volta che lo fai nonostante io non abbia mai rivolto alcuna osservazione alle tue attività (ricordati però delle sciocche osservazioni che hai fatto al mio articolo sul dialetto che pure non era diretto a te). Non ho alcuna intenzione di fare polemiche con nessuno. E non con te certamente. Ti sarò molto grato se rivolgerai ad altri le tue attenzioni.

    • Certe qualità sono innate non si acquisiscono
      Ti ho conosciuto quando eri un studente universitario. Ricordi gli affreschi che facesti sui muri del club “la sorgente” abbasc u mulinill? Bellissimi e all’avanguardia per quel tempo. Ti ricordo come persona affabile di grande qualità e fantasia e tale mi sembra sei rimasto. Un salutone .Michele

      • per rocco
        per Rocco de Gregorio – Non so di quale ceppo dei De Gregorio tu sia…ma non ha molta importanza; era solo per inquadrarti meglio e non rispondere ad un anonimo. Ai quali in genere non rispondo. Comunque, se tu leggi tutte le mie oltre 250 poesie non troverai un solo verso che possa esprimere il concetto di “invidia”. E’ uno dei sette peccati capitali che non mi è mai appartenuto. Riguardo, invece, alla “gelosia, parenti nclusi…”. ti sbagli ancora di più. Il libro “famiglie” a cui certamente ti riferisci, è un “atto d’amore” nei confronti di quella bellissima famiglia “allargata “ che sono stati i Milongi. E non d’invidia! Rileggilo sotto questo punto di vista. L’uomo ha delle debolezze che il più delle volte vengono fuori quando si tratta di “amministrare le proprietà” accumulate. Cerca di capire, è troppo lungo spiegare “tutto”. Per ciò che riguarda il nipote di Raffaello D’Andrea, (poeta che io stimo su tutti gli altri), mi dispiace che si sia messo in cattedra. Inutilmente! Volevo solo aprire un dialogo fra due tecnici, architetti. Niente di più. Sono stato frainteso e me ne dispiace. E questa, quindi, non è, come scrivi tu”…inutile,e stupida rivalità, malevolenza e gelosia…” nei suoi confronti. Proprio no. E’ solo “ricerca della della verità” che, per me, non è certamente la “sua”. Questo sia chiaro! Forse, neanche la mia. Chi lo sa: come al solito si nasconde nel mezzo! Vorrei spiegarti ancora tante cose. Vieni a cercarmi a Termoli quest’estate. Con i più cordiali saluti. saverio metere

  2. L’invidia crepa.
    Appare evidente che per l’ architetto Metere, ‘poeta’ termolese, la questione del tunnel, se pur cita argomentazioni lecite, rispettabili da non sottovalutare, sia solo un pretesto per polemizzare con dubbio stile, non velata ed inutile acredine nei confronti del professor (e nipote) Marino.
    Tale modo di esprimersi cosi misero nella sua presunzione, già letto e ascoltato in altre occasioni come nei confronti degli altri (non) “poeti” termolesi, sintomo, forse patologico, di ingiustificata quanto inutile e stupida, rivalità, malevolenza e gelosia nei confronti di tutti, parenti inclusi.

  3. per Luigi Marino
    Quanto livore nella tua risposta al mio articolo. Non era mia intenzione mettere in dubbio la tua preparazione in materia. La mia intenzione era solo di aprire un dialogo sull’argomento e fare un po’ di chiarezza disquisendo da tecnici. Peccato! Evidentemente sono partito con la marcia sbagliata. Non volevo fare nessuna polemica, in special modo con una persona che ho sempre avuto in grande considerazione. D’altra parte si sa che se si scrive su un argomento c’è chi può fare delle osservazioni. Era questo l’unico scopo del mio articolo. Una cosa, però, ti dico e spero che tu la possa accettare con una certa disponibilità : culturale e intellettuale: non puoi impedire a nessuno di mettere in dubbio quello che dici! Se ti esprimi su un argomento ti devi aspettare che c’è qualcuno che non la pensa come te e voglia risponderti. La verità si conquista sul campo e non facendo delle intimidazioni di “…non rivolgere più attenzioni a quello che scrivi”. Finchè crediamo nei principi democratici, nessuno ci può impedire di pensarla diversamente. Ti invito, pacatamente, a riflettere su questo assioma.
    Con tanti auguri per il tuo lavoro.
    Saverio Metere