CASACALENDA _ Dopo anni di colposo oblio di gran parte della politica, della cultura e dell’informazione sul dramma delle foibe e dell’esodo degli italiani di Fiume, dell’Istria e della Dalmazia, finalmente sembrava che con l’approvazione della legge n. 92 del 2004, istitutiva per il 10 febbraio il Giorno del Ricordo in memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata, le cose stessero cambiando. All’indomani dell’approvazione della legge eravamo orgogliosi per la decisione della maggioranza di centro destra di ricordare, in modo ufficiale e nelle sedi istituzionali, un dramma che doveva essere patrimonio comune e condiviso di un’intera nazione, che doveva unire invece che dividere come era stato per quasi 60 anni, durante i quali il ricordo era alimentato solo dai reduci, dai familiari degli esuli e degli infoibati, dalle loro associazioni e dalla destra italiana.
Purtroppo, però, a distanza di 6 anni dalla legge che avrebbe dovuto far conoscere questa drammatica pagina della storia italiana, prendiamo atto che ancora troppi italiani non conoscono il dramma dei nostri connazionali massacrati in modo vile e barb
aro, nelle terre allora italiane dell’Istria e della Dalmazia e lungo il confine orientale, dai partigiani del maresciallo Tito, perché colpevoli solo di essere italiani.

E’ di qualche giorno fa la pubblicazione di un sondaggio dal quale è emerso non solo che quasi il 60% degli italiani non sanno cosa siano le foibe e che quasi l’80% non sa cosa sia l’esodo istriano-giuliano-dalmata, ma, cosa ancora più preoccupante, che tali percentuali sono aumentate di un 5% negli ultimi due anni a testimonianza del fatto che, purtroppo, ci sono ancora troppe remore da parte dell’informazione, della cultura, della scuola e della politica a far conoscere questa grave tragedia. Evidentemente la storia di questo dramma nazionale spaventa ancora quella parte della società e della politica italiana che si alimenta di odio ideologico e che specula sulle divisioni nazionali per interessi di parte, invece che promuovere una memoria collettiva ed una pacificazione nazionale che sono essenziali non solo per restituire dignità ai nostri connazionali massacrati per la sola colpa di essere italiani, ma anche per ripristinare un clima di sereno confronto nel nostro Paese.

Dopo gli anni in cui eravamo i soli a ricordare, da un po’ di tempo abbiamo invitato la politica e le istituzioni a promuovere il ricordo e a mettere da parte le divisioni e l’odio preconcetto in nome dei nostri caduti e di un interesse nazionale, non finalizzato ad alcuna speculazione di natura politica. Purtroppo, però, i nostri inviti cadono nel vuoto e sono ancora troppo poche le iniziative per ricordare e far conoscere, manifestazioni troppo spesso relegate a familiari ed associazioni di familiari delle vittime e che raramente coinvolgono le scuole ed i più giovani.

Proprio per questa ragione merita grande attenzione ed un plauso particolare l’iniziativa dell’Amministrazione Comunale di Casacalenda che in collaborazione con l’Istituto Omnicomprensivo e con il Comitato Provinciale 10 Febbraio, ha promosso, l’11 febbraio, una giornata di studio riservata alle scuole elementari, medie e superiori durante la quale, oltre a presentare una mostra fotografica e proiettare dei filmati sulla tragedia delle foibe e dell’esodo dalle terre già italiane, offrirà ai ragazzi la viva testimonianza del Sig. Angelo Tomasello, un termolese che ha vissuto in prima persona il dramma dell’esodo dall’Istria e dalla Dalmazia. Un’iniziativa di grande importanza dal punto di vista culturale e storico, ma anche un importante esempio di proficua collaborazione tra amministrazioni locali, istituzioni scolastiche ed associazioni volta non solo a rendere effettivo il dettato della legge del 2004 che, invitava tutte le amministrazioni a promuovere la conoscenza ed il ricordo, ma anche a onorare nel modo migliore le migliaia di cittadini italiani, giovani, donne, religiosi, massacrati in modo barbaro e nella complice indifferenza della stessa Italia, per la sola colpa di essere cittadini italiani e di aver ostacolato, in quanto tali, il piano di annessione delle terre italiane alla Juogoslavia comunista del maresciallo Tito. Sperando che queste manifestazioni possano moltiplicarsi già dal prossimo anno e si possa finalmente parlare di foibe senza divisioni e senza discriminazioni tra martiri di serie A e martiri di serie B, rinnoviamo l’invito al ricordo ed il sentito apprezzamento per quanti in questa triste giornata vorranno contribuire a tenere viva la memoria ed onorare il ricordo.

Il Presidente Provinciale
Avv. Giuseppe Giglio

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