CAMPOBASSO _ Una delle tante frasi che sono state dette in una delle tante interviste e trasmissioni televisive a proposito della sanità regionale è la seguente: “Ovviamente sarà nostro impegno mantenere sul territorio i servizi per i cittadini, migliorarli ove possibile, ed attuare una generale politica di controllo dei costi, e di eliminazione graduale delle spese inutili”.

Oggi, sono in molti a chiedersi cosa sia effettivamente cambiato in meglio e quali delle promesse siano state mantenute, soprattutto per i molisani di Agnone, Larino e Venafro che vedono trasformarsi i propri presidi ospedalieri, in RSA, acronimo di residenza sanitaria assistita.

Secondo il DPR 14/1/1997, le “RSA “sono destinate a soggetti non autosufficienti, non curabili a domicilio, portatori di patologie geriatriche, neurologiche e neuropsichiatriche stabilizzate. Si rivolgono a soggetti non autosufficienti affetti da grave disabilità, richiedenti alto livello di supporto assistenziale ed infermieristico a fronte di un intervento riabilitativo a bassa complessità e intensità o in forme alternative alla degenza a tempo pieno”.

Un modo semplice, insomma, per far credere alle popolazioni interessate al ridimensionamento degli ospedali, che si sta attuando il “riordino del Sistema Sanitario” sul loro territorio. Ma, a prescindere da questo, la politica, continua a non evidenziare qual’è la situazione attuale del comparto sanitario regionale: il Molise resta, tra le quattro regioni in rosso (con Campania, Calabria e Lazio), l’unica il cui Piano di Rientro è stato bocciato, e dove, è molto probabile l’arrivo di una stangata Irpef la cui addizionale prevista sarà pari a 58 euro. Sul ridimensionamento ed i tagli su alcuni ospedali pubblici, ci ritorna il Consigliere regionale Massimiliano Scarabeo che non giustifica le scelte che si stanno facendo: “Il territorio di competenza degli ospedali di Agnone e Larino soffrono già abbastanza, per lo spopolamento, la debole economia, i tagli di alcuni importanti servizi. Eliminare, indiscriminatamente, l’assistenza sanitaria, non è condivisibile“.

Ma il politico venafrano sottolinea, in particolar modo, la scelta che sta ridimensionando il S.S. Rosario, come una “palese violazione del patto elettorale sottoscritto in occasione delle scorse elezioni amministrative di Venafro” con l’idea di trasformarlo, praticamente, in una RSA. Ed aggiunge: “Insisto nel dire che Venafro non può essere penalizzata in questa maniera, i servizi previsti dalle RSA, potrebbero essere tranquillamente integrati con quelli già presenti in un normale presidio ospedaliero, come quello del S.S. Rosario, per esempio. La struttura è adeguata e sufficiente ad accogliere questo tipo di reparto, ma complementare agli altri servizi forniti. Non vorrei che tra qualche tempo, avremmo a che fare con una sorta di ospizio o casa di riposo per anziani. Oltre a questo, però, la chiusura di alcuni reparti sta creando notevoli disagi all’utenza servita dal S.S. Rosario e alle altre strutture sanitarie più vicine, che spesso non riescono a far fronte all’aumento di richieste d’intervento. Per Venafro è un problema che qualcuno sta ingiustificatamente sottovalutando”.

Le proteste delle popolazioni di Venafro, Larino ed Agnone sembrano inascoltate, si continua ad andare avanti su un percorso ragionieristico noncurante delle necessità dei cittadini che, nonostante tutto, vede il piano di riordino della rete ospedaliera regionale, bocciato dal Ministero. Ancora il Consigliere Scarabeo: “Una regione che vuole crescere, deve ottimizzare i servizi e su questo sono pienamente d’accordo. Ormai sulla questione è stato sprecato un fiume di parole! Secondo me andrebbe finalmente detto alle popolazioni interessate che non c’è volontà di cambiare le scelte fatte, assumendosi tutte le responsabilità, come l’etica imporrebbe. Non comprendo come mai ciò non sia ancora avvenuto, nonostante la catastrofe in cui versa il comparto sanitario regionale. Se si volesse davvero riordinare le strutture ed ottimizzare le spese, per esempio, si andrebbero da subito a tagliare i reparti doppione e quelli ‘inutili’, presenti in alcune strutture, e potenziare, in altre, quelli necessari che attualmente risultano sotto dimensionati”.

Di riordino si parla da tempo, pertanto quanto affermato dal politico venafrano, sarebbe già dovuto diventare realtà, invece si continua ad andare avanti coi tagli, senza guardare alle effettive esigenze delle popolazioni. “L’impressione è che la mano destra non sappia quello che fa la sinistra“, continua il Consigliere Scarabeo, “per Venafro, ci sono stati soltanto tagli, il polo ortopedico resta ancora una dubbia promessa, probabilmente anche questa la annovereremo tra le violazioni del patto elettorale sottoscritto coi cittadini, perché, ad oggi, non si intravede nessuna azione tangibile in tal senso e, come per altre, resterà soltanto un’idea. Stiamo registrando esclusivamente trasferimenti di reparti e personale e lo stato di abbandono della struttura del S.S. Rosario, qualcosa di semplicemente vergognoso, lo testimonia inequivocabilmente. Altrettanto gravi i tagli che si stanno abbattendo sugli ospedali di Agnone e Larino che rappresentano punti di riferimento assistenziali importanti per il territorio di competenza”. Intanto è cominciato il toto-Assessorato: mille ipotesi sui possibili candidati a succedere a quello ormai dimissionario, anche se, qualche voce autorevole dice che sia probabile che la delega rimanga in mano a Iorio. Sul punto chiosa così, il Consigliere Scarabeo: “a questo punto ci vorrebbe ben altro per risolvere la questione, anche se con un po’ più di buon senso ed umiltà, probabilmente si potrebbero quantomeno limitare i danni, e mentre qualcuno scalpita per sostituire l’assessore alla sanità dimissionario, a marzo 2011, come molisani, molto probabilmente, saremo costretti a pagare ancora più tasse”.

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