CASACALENDA _ Quasi 120 miliardi è l’evasione nazionale stimata dall’ISTAT e conseguente ad un “sommerso” tra il 15 e il 17% circa del Prodotto Interno Lordo.. In base ad un semplicistico criterio di ripartizione proporzionale, rispetto al numero dei residenti in Italia e nel Molise,la nostra regione ( circa 320.000 residenti )risulterebbe evasore per circa 600 milioni di euro. Se il PIL procapite molisano del 2008 è di 20.429,5 ( dati SVIMEZ) il PIL regionale è superiore ai 6,5 miliardi di euro,il sommerso conseguente di circa 1,105 miliardi( 17% del pil) e l’evasione molisana, seguendo lo stesso criterio proporzionale , andrebbe invece valutata a meno di 500 milioni di euro a fronte di circa 2,6/2,9 miliardi di imposte pagate.

Una evasione, dunque, pari a circa il 20% delle imposte dovute. In linea quindi, con il tasso di evasione di molte delle regioni del NORD. Di diverso avviso è il prof. Luca Ricolfi, docente di analisi dei dati presso l’ Università di Torino, il quale, in un suo libro del 2007, ha analizzato la propensione all’evasione delle regioni italiane. Il Molise risulta al sesto posto in questa classifica, riportata nei giorni scorsi anche dalla stampa nazionale, con un tasso di evasione pari al 50.9% delle imposte dovute.

Prima classificata la Calabria con un tasso di evasione dell’85,3. A seguire: Sicilia (63,4), Campania (55,3), Puglia (52,0), Sardegna (51,3). Il Molise, in sostanza e geograficamente parlando, risulta il portone d’ingresso dell’”industria dell’evasione” meridionale. In base ai dati del prof. Ricolfi, il Molise ha un tasso di evasione di oltre 4 volte quello della Lombardia( 12,5 %) e di 2,5 volte quello dell’ Emilia Romagna(19.0) o del Veneto (19,6). Se usassimo, come riferimento, quest’ultimo parametro, l’evasione molisana dovrebbe essere stimata almeno intorno ai 2,6 miliardi di euro. Vale a dire che il PIL procapite molisano dovrebbe essere il doppio (40.859,00 euro) di quello indicato e superiore a quello della Lombardia (33.335,40) di circa il 23%. Ma, cifre a parte, salta agli occhi la correlazione tra evasione e regioni soffocate dalla malavita organizzata. Molto del sommerso e quindi dell’evasione, va dunque attribuita alle attività criminogene che non presentano certo il “Modello Unico”. Non solo.

Probabilmente, anche una discreta parte dell’evasione attuata da attività in possesso di regolare partita IVA va ricondotta alla malavita organizzata se è vero che, da anni ormai, investe massicciamente nell’edilizia, nella ristorazione, nei grandi alberghi, nella grande distribuzione commerciale e via enumerando. Il contrasto a questo tipo di evasione però, è compito principale dello Stato e non sempre può essere scaricato sui soliti “maledetti ladri” di lavoratori autonomi i quali e troppo spesso, sono i primi a subire con una doppia imposizione: quella dello Stato e quella dei “clan”. Sarà necessario che i successi dello Stato, che pur ci sono stati in questi ultimi tempi, si moltiplichino tanto da rendere più conveniente, per taluni operatori autonomi, pagare le imposte che il pizzo e per altri, non coinvolti direttamente dalla malavita, più conveniente pagare le imposte che evaderle per reggere la concorrenza sleale del “sommerso”. Diminuire quindi, le aliquote d’imposta e i contributi, il prima possibile e compatibilmente con la crisi in atto. Contestualmente, lotta senza quartiere alla criminalità organizzata.

Però il Molise,”isola felice”, non c’entra con la correlazione malavita organizzata-evasione fiscale e contributiva!…… Oppure si? Comunque, in presunta assenza del soffocamento malavitoso, chi sono gli evasori molisani? Escludendo i lavoratori dipendenti ( e trascurando i molti “ cassa-integrati” e dipendenti pubblici che non di rado ingrossano le fila dei lavoratori in nero) non resterebbero che i lavoratori autonomi. Il registro statistico delle imprese attive, relativamente all’anno 2007, ci informa che il 44,4% dei lavoratori molisani era costituito da lavoratori autonomi (commercianti, artigiani, liberi professionisti) mentre i lavoratori autonomi calabresi erano il 45,4% del totale dei lavoratori. In Lombardia gli autonomi rappresentavano il 25,9% del totale dei lavoratori e in Emilia-Romagna, trentino e Veneto circa il 31%. Sicilia, Sardegna, Puglia e Campania si attestavano intorno al 40%.

In sostanza, in Molise il rapporto lavoratori autonomi/totale lavoratori( pur ad oggi diminuito a circa il 40%), registra un valore di oltre il40-50% in più rispetto alla maggior parte delle regioni del nord e dunque spiega buona parte del perché di un tasso d’evasione maggiore. Questa “massiccia” propensione alla imprenditorialità di per sé positiva, forse non è dovuta ad una irresistibile vocazione ma alla pura e semplice disperazione di trovare un lavoro subordinato in un Molise con un tasso di disoccupazione a due cifre. In tali circostanze, consolidate da troppo tempo e aggravate dal regresso anagrafico di molti comuni, dalla crisi finanziaria internazionale, da quella nazionale, dal rimborso dei tributi e contributi sospesi per il terremoto del 2002 e dal “pacioso” sperpero di fondi pubblici attuato dai nostri amministratori locali e regionali, non sono molte le imprese molisane e i lavoratori che, per l’immediato futuro, possono “ben sperare”.

Gli “autonomi” molisani, comunque, possono misurare la propria onestà fiscale con lo stesso metro degli autonomi di molte regioni del NORD che presentano tassi di occupazione tali da contribuire automaticamente al ridimensionamento sia dell’evasione che della malavita organizzata. Certo, l’evasione c’è anche in Molise. E qualora fosse anche la metà di quella valutata dall’ISTAT se non quella valutata dal prof. Ricolfi, il suo recupero sarebbe sufficiente non solo a sanare, ad esempio, il “ buco sanitario” molisano ( circa 80 milioni di euro) ma a fare investimenti capaci di spazzare via la paura della disoccupazione e del fallimento di tante attività costrette, da tempo, a considerare l’evasione un illecito da “legittima difesa”. Recuperata l’evasione e trasformata in fondi pubblici, sarà bene affidarli ad “Amministratori Degni”delle “attese” dei molisani.

Italo Pucacco
Revisore legale
Articolo precedenteConferenza stampa congiunta dei Comitati civici su sanità
Articolo successivoSenso unico alternato in via del Molinello. Di Brino revoca chiusura completa della strada