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TERMOLI _ Smerciava droga in Basso Molise dopo averla ricevuta da malviventi pugliesi ed era in possesso di armi illegali scoperte nella sua casa dalla Guardia di Finanza per le quali fece scattare le manette attorno ai suoi polsi. Per il quarantenne termolese, finito in cella due mesi fa nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Lucera sul traffico di un chilo di hashish lungo la costa molisana, è arrivata rapida la condanna a 3 anni di carcere a conclusione del rito abbreviato svoltosi in Tribunale a Larino davanti al collegio presieduto dal giudice Mastronardi.
L’uomo, A.Z., residente a Termoli e molto noto in città, difeso dal penalista Giuseppe Mileti, è stato ritenuto colpevole del reato legato al traffico di stupefacenti, del possesso illegale di armi ed anche della ricettazione. Il suo legale di fiducia ha già annunciato l’intenzione di ricorrere in appello contro la pesante condanna. “Non concordo con le tesi del collegio giudicante _ ha dichiarato Mileti _ per tale motivo sono già al lavoro per preparare il ricorso per il giudizio di secondo grado”. Nel corso di controlli ed una perquisizione domiciliare, i finanzieri avevano trovato due fucili ed una pistola completa di cartucce nell’appartamento del quarantenne.

Il materiale, ben occultato all’interno dell’abitazione, era stato immediatamente sequestrato dalle Fiamme Gialle delegata dalla Procura di Lucera nell’esecuzione delle due ordinanze di custodia cautelare messe a segno a fine febbraio. Con A.Z. era finito in cella anche un nomade dimorante in città, già arrestato più volte per estorsione ai danni di commercianti di Pescara. L’inchiesta è tuttora in corso e non si esclude che, nei prossimi giorni, possa portare ad ulteriori novità. Gli inquirenti hanno dato il via alle indagini diversi mesi addietro a seguito di alcune segnalazioni ricevute in provincia di Foggia.

Gli episodi però hanno condotto gli inquirenti pugliesi anche sulla costa molisana dove il carico di hashish, arrivato in Puglia, è passato di mano per essere smerciato sul litorale termolese. I due malviventi del posto avrebbero ricevuto parte della droga ed avevano provveduto ad eseguire il “lavoro” che gli era stato commissionato. Lo spaccio di sostanze stupefacenti resta un’attività florida per i facili guadagni che convincono sempre più giovani ed adulti a dedicarsi allo spaccio.

La codanna a tre anni di reclusione per il termolese è riferita al possesso di armi ed alla ricettazione. La posizione del quarantenne, infatti, è stata aggravata proprio dal ritrovamento nella sua casa dei fucili con le munizioni.

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Antonella Salvatore
Giornalista professionista, Direttrice di myTermoli.iT e myNews.iT e collaboratrice AnSa