TERMOLI _ Come lavoratori della “GUALA Closures SpA” collocati in Cassa Integrazione Straordinaria prendiamo atto che nessuna istituzione, amministrazione e nessuna autorità politica, sociale e amministrativa, ha inteso rispondere alla nostra richiesta d’incontro avanzata il 2 novembre scorso. Solo l’Arcivescovo di Bojano-Campobasso ci è stato vicino, ci ha dedicato del tempo, ci ha ascoltati e si è mostrato attento e solidale verso le nostre paure per il futuro che toccano tutte le nostre famiglie e in primis i figli a cui non sappiamo cosa dire. La disattenzione dell’Assessorato Regionale al Lavoro da cui ci saremmo aspettati almeno una telefonata o una e-mail e di tutti gli altri amministratori a cui ci siamo rivolti ci umilia come esseri umani perché non veniamo ritenuti meritori nemmeno di essere ricevuti.

Possibile che le istituzioni non ci possono dedicare mezzora per farci sentire vivi, per farci raccontare qualcosa a tavola alle nostre famiglie e per farci recuperare un po’ di fiducia e di coraggio per il domani? Siamo amareggiati e delusi. Ci saremmo aspettati che la nostra lettera che chiedeva risposte per il prosieguo della cassa integrazione, per partecipare a programmi di riqualificazione, formazione professionale e riorientamento anche verso forme di auto impiego, sortisse un effetto diverso. E invece no! Per noi non si apre nemmeno una porta né al Comune di Termoli, né al Consorzio Industriale della Valle del Biferno, né alla Provincia di Campobasso, né alla Giunta Regionale e né in Commissione Lavoro o al Consiglio Regionale. Perché? Siamo cittadini senza diritti. Perché? Possibile che per fare notizia i lavoratori debbano per forza salire sulla Gru o minacciare di suicidarsi? Ma in che mondo viviamo?

P/Il Comitato Spontaneo Lavoratori “QuelliFuori” Giuliano Guidi Sandro Zara

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