CAMPOBASSO _ Sul sociale in Molise c’è troppa confusione. Servizi discontinui, contratti di lavoro non rispettati, pagamenti della pubblica amministrazione in ritardo, rinvii e proroghe sulle gare, un giro di soldi che ruota tra operatori, consulenti e enti che difficilmente si incanalano verso la soddisfazione dei bisogni primari elementari delle fasce più deboli della popolazione. La Giunta Regionale dopo anni di fallimenti presenta in Consiglio una proposta di Piano Triennale Sociale 2009 – 2011 che non recepisce le osservazioni delle parti sociali e si limita a delimitare in termini general – generici le azioni da attivare, trascurando di allegare la scheda finanziaria di supporto. Nel frattempo sulle stesse materie si producono vari deliberati di Giunta per milioni di euro, adottati al di fuori di qualsiasi pianificazione complessiva. Leggendo il Piano mancano riferimenti per i 10 mila immigrati residenti in Molise, per combattere il dilagare della tossicodipendenza, per chiarire cosa significa l’integrazione socio-sanitaria per i fisioterapisti della San Stefar ( senza stipendio da mesi ), per i non autosufficienti, per i portatori di handicap, i malati di Alzheimer, per la lungodegenza o la riabilitazione ( Case di Riposo, Residenza Sanitarie Assistite, ecc. ), l’assistenza domiciliare personalizzata per i malati di Sla o di malattie rare. Sui fondi del sociale va fatta chiarezza.

Quanti sono i collaboratori, i consulenti, le società, i tecnici e gli operatori esterni che pesano complessivamente sul sociale ? Come si selezionano i coordinatori d’ambito, i responsabili degli uffici di piano e chi è chiamato a vigilare e controllare ? Come ci si rapporta con i comuni ? Come si combatte la povertà estrema ? Se un cittadino non ha da mangiare, da vestire, da pagare il fitto o le bollette, se non può comprare i libri di scuola per i figli o altro, a chi si deve rivolgere ? Si può avere una sintesi di quali servizi sono stati attivati e dove ?

Come si facilita l’integrazione delle famiglie extra-comunitarie ? Come aiutiamo chi è privo di reddito ? C’è un’anagrafica o una procedura ? Senza tali chiarimenti e senza sapere quanti soldi sono disponibili e come vengono impiegati si rischia che sul fabbisogno di chi non ha niente ci guadagnano in tanti salvo coloro che ne hanno effettivamente necessità. Michele Petraroia

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