CAMPOBASSO _ L’iniziativa relativa alle pari opportunità assunta qualche giorno fa dalla giunta provinciale di Campobasso è da ritenersi un segnale positivo; tuttavia, come semplice constatazione, va detto che “la giunta D’Ascanio è arrivata seconda”, preceduta da un’iniziativa della sottoscritta, annunciata nel corso di un dibattito televisivo sul tema “donne e politica”. In data 21 dicembre, infatti, ho provveduto a protocollare, in qualità di consigliera provinciale, una proposta di deliberazione consiliare avente ad oggetto “Attuazione dei principi di uguaglianza e pari opportunità tra donne e uomini– Proposta di integrazione e modifica dell’art. 1, dell’art. 9 e dell’art. 18 dello Statuto della Provincia di Campobasso “ della cui trasmissione ha già preso atto la conferenza dei capigruppo. Il pubblico dibattito scatenatosi sulla questione delle “quote rosa” in giunta, gestita in modo indecoroso dalla giunta provinciale di Isernia, ha richiamato tutti ad un supplemento di attenzione, ma soprattutto, di testimonianza e concretezza sul tema delle pari opportunità per non rischiare una grave regressione su principi e cambiamenti culturali che sono già parte del patrimonio etico e civile dei cittadini e delle istituzioni.

Non è più il tempo, come pure si legge nella nota della provincia di Campobasso, di “aprire dibattiti”, di “mostrare sensibilità”; non basta più “l’estetica” delle dichiarazioni di principio: occorrono più fatti, occorre più coraggio, responsabilità politica e rispetto su un tema che prescinde dai colori e dagli schieramenti. La mia, dunque, è una proposta concreta sottoposta all’attenzione di colleghi consiglieri, per nulla provocatoria perché è il naturale epilogo di un dibattito avviato dal 2006 e di un percorso già piuttosto avanzato della provincia di Campobasso (al quale ritengo di aver modestamente contribuito) che vede nel consiglio provinciale monotematico svoltosi il 12 dicembre 2007 un punto cardine sia sul piano della riflessione e dell’approfondimento, sia sul piano degli impegni assunti all’unanimità dalla Provincia, impegni che hanno più che mai bisogno di essere, innanzitutto, formalizzati e poi “vissuti” dall’ente nelle scelte quotidiane.

Quanto alla decisione della giunta “di organizzare corsi di formazione politica rivolti alle donne, che costituiscono una delle prime azioni da compiere per ridurre seriamente quel che le separa dal loro ingresso a pieno titolo nelle aule consiliari come negli esecutivi politici”: benché assolutamente convinta che ci sia bisogno di mettere in campo una specifica progettualità per aumentare nelle donne il grado di conoscenza dei loro diritti, la consapevolezza del loro valore e le motivazioni all’impegno politico, resto altrettanto convinta che politiche di promozione delle pari opportunità (in politica, nel lavoro, nella famiglia, nella società in generale) rivolte esclusivamente alle donne possano paradossalmente avere l’effetto di approfondire la contrapposizione e la divisione dei ruoli tra donne e uomini. E poi, non sarà che sono proprio molti uomini ad avere più bisogno di “formazione politica” finalizzata a ridurre il “gap” che separa le donne dal loro ingresso a pieno titolo nelle aule consiliari come negli esecutivi politici ???? Annamaria Macchiarola, Consigliere provinciale PD

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