CAMPOBASSO _ Onorevole Ministro Tremonti, l’entrata in vigore del decreto “salva Italia” ha svegliato da un lungo letargo moltissimi esponenti del Suo partito (il partito degli onesti, NdR) che alla notizia della soppressione delle Province e della riduzione del numero dei consiglieri regionali si sono affrettati a spararLe contro in difesa della “identità del Molise”. Chi Le scrive è favorevole alla soppressione delle Province ed è ancora più convinto della inutilità di 30 consiglieri regionali (per non parlare dei 1000 parlamentari). Stia tranquillo: chi dichiara di voler tutelare “l’identità del Molise” troppo spesso tenta, molto più egoisticamente e banalmente, di difendere la propria poltrona. Operazione oggettivamente complicata, per una classe dirigente che ha sperperato e che continua impunemente a sperperare centinaia di Milioni di euro in operazioni fallimentari troppo spesso di clientelismo spudorato.

In attesa che gli inquirenti dell’inchiesta P4 accertino le generalità di colui che ha acquistato in una nota gioielleria di Campobasso il Rolex rinvenuto nella casetta di sicurezza del Suo collaboratore on. Milanese, Le formulo la richiesta di provvedere nel più breve tempo possibile ad emanare una circolare che chiarisca una volta per tutte l’incerta (ed illegittima) interpretazione delle disposizioni per il recupero dei contributi previdenziali sospesi ai dipendenti pubblici per l’evento sismico. Le segnalo, al riguardo, che migliaia di pensionati molisani e/o dei loro eredi (e poi sarà la volta dei dipendenti in servizio) stanno ricevendo, in queste ore, le comunicazioni di avvio del procedimento da parte della Ragioneria territoriale dello Stato per il recupero del credito erariale connesso ai contributi previdenziali sospesi per l’evento sismico, da corrispondere o in unica soluzione ovvero in 47/46/45 rate (visto il termine perentorio del 31 maggio 2015 indicato sulla missiva e che, tra l’altro, non si evince da quale disposizione scaturisca) in luogo delle 288 originariamente previste.

La magistratura amministrativa (Tar Molise, sentenza n. 1555/2010) ha già chiarito che le predette modalità di recupero sono illegittime perché violano il principio del legittimo affidamento ingenerato nei contribuenti (in perfetta buona fede ed in assenza di alcuna responsabilità) che si sono visti sospendere d’ufficio il versamento dei contributi per una scelta erronea dell’amministrazione (per quanto giustificata da una equivocità del testo normativo). Capirà che un conto è vedersi trattenuta in busta paga o sul cedolino della pensione una somma corrispondente ad una delle 288 rate, ben altra sofferenza è quella di un recupero coatto in unica rata ovvero in 5 anni (scelta quest’ultima ulteriormente erronea ed illegittima in quanto la decorrenza del termine di 5 anni decorre dalla data di adozione del provvedimento e non dalla effettiva comunicazione del provvedimento, di talché per moltissimi destinatari i cinque anni si ridurrebbero a pochi mesi per effetto dei prevedibili ritardi fisiologici nel recapito delle stesse cartelle).

In definitiva, in assenza di un intervento normativo chiarificatore che ripristini la legalità dell’azione amministrativa violata, le modalità di recupero dei crediti erariali si trasformerebbe in un vero e proprio atto di macelleria sociale ai danni delle categorie più deboli, in primis dei pensionati. In attesa che il Presidente della Regione p.t., già commissario delegato post sisma, già commissario sub-bis-commissariato alla sanità, già moralmente ineleggibile e moralmente rimosso ed interdetto per dieci anni da ogni carica elettiva ai sensi dell’approvando testo della norma sul fallimento politico dei governatori, si decida ad intervenire, ho ritenuto di informarLa preventivamente confidando in un Suo immediato intervento risolutivo, nell’interesse esclusivo dei molisani e non dei politicanti che difendono solo la loro poltrona.

Massimo ROMANO

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