NadiaRucci
Nadia Rucci

TERMOLI – Te ne sei andata senza che potessimo riabbracciarti. Dove c’era il tuo sorriso contagioso ora c’è solo buio, dove risuonavano le tue battute in termolese ora c’è il silenzio. Nadia cara, è stata una lunga strada quella che abbiamo percorso insieme, e non pensavo davvero che dovesse interrompersi così bruscamente: avevamo ancora tanti obiettivi da raggiungere, tante ingiustizie da bloccare, una città da sottrarre agli speculatori. Un mondo intero da rendere meno iniquo… con la tua concretezza, la tua inventiva, la tua abilità miracolosa nel mettere in piedi iniziative dal nulla, il tuo cuore grande.

La tua Termoli, e specie il Borgo, erano per te il respiro e la forza vitale; e tu lo sei stata per loro. Sempre pronta a mettere insieme persone e attività, a rivitalizzare angoli abbandonati, a ricucire storie e identità: eri il nostro punto di riferimento naturale, forse anche inconscio, perché hai sempre avuto una capacità di aggregazione straordinaria.
Mi scorrono davanti agli occhi, come in un film, i fotogrammi della nostra storia comune: tu ci sei sempre. Non c’è stata battaglia civile che non ti abbia vista protagonista; e non parlo solo di quelle che abbiamo vissuto insieme, dal ’95 in poi, perché so bene che tu avevi cominciato molto prima, quando io non ero ancora qui. Senza riflettori, senza mai sgomitare per televisioni e giornali, rimboccandoti le maniche per agire, dal basso e con una forza incrollabile.
Quante parole e quante risate in quella piccola-grande sala del Battello, piena di quadri e di vita! Quante serate a discutere, a sentirci vivi e capaci di tutto, insieme a te! Tu e Pino avete dato una casa al pensiero libero di questa città: la vostra porta sempre aperta, insieme a quella del cinema Sant’Antonio, ha consentito la crescita di tutto ciò che ancora mantiene viva la Termoli che tu amavi tanto.
Tu c’eri sempre, per tutti e per tutto: a raccogliere firme contro le chimiche, a fermare treni, a organizzare il corteo dei 300 trattori contro la turbogas, a portare in piazza le Donne in Nero contro le guerre, a difendere il territorio dalle trivelle, a scrivere lo statuto del Comitato Civico Termolese, a sostenere testardamente la bottega equo solidale, a lottare per l’acqua pubblica e i beni comuni, a dare voce alle donne umiliate e offese, a diffondere le idee della democrazia partecipata. E infine anima e forza al Comitato Referendario contro l’odioso tunnel. Sempre positiva, sempre in movimento, sempre piena di proposte: mai vinta.
E nello stesso modo hai affrontato la tua ultima battaglia: in piedi, a testa alta fino all’ultimo, anche quando non ti reggevi più. Il Borgo delle Donne organizzato quest’anno dal tuo letto, le letture e la mostra al Castello (era forse il tuo modo di salutarci, quella ricostruzione struggente degli anni ’70, anni di militanza e speranze…) realizzate con la forza sovrumana di chi vuole vivere le sue passioni fino in fondo. Mettendo insieme ancora una volta storie e persone che in te hanno trovato il collante per amicizia e sorellanza.
No, l’alieno dentro di te che ti ha mangiato il respiro non ti ha vinta. La morte ti ha trovata più viva che mai.
Questa città ingrata perde una coscienza critica e civile alla quale dovrebbe inchinarsi con un pubblico ringraziamento; ma la tua voce continueremo a levarla nelle nostre, per tutto ciò in cui credevi. La tua vita di coraggio e di amore per la tua terra continua nelle nostre. E il tuo cuore lo portiamo con noi, nel nostro.
Hasta la victoria, amica combattente.
Marcella e i tuoi tanti compagni e compagne di strada
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