A destra il Presidente Franzese
TERMOLI _ Si è conclusa da pochi giorni la settima edizione di Tracker art, convegno della giovane critica d’arte italiana svoltosi presso il liceo artistico Jacovitti di Termoli. Durante i due giorni di lavoro si sono avvicendati critici, storici dell’arte, estetologi, curatori proponendo ricerche personali e relazionandosi con gli alunni e il pubblico accorso numeroso all’evento. Il convegno nasce come momento di incontro delle professionalità del settore, momento indispensabile per un confronto serrato sullo stato attuale dell’arte, sui nuovi approcci metodologici, su tematiche connesse col “sentire” contemporaneo affinché la materia non resti autoreferenziale ma possa aprirsi alla comprensione, coinvolgendo diversi “pubblici”. Il sistema dell’arte contemporanea, sempre più soffocato da interessi e da logiche di mercato, spesse volte sfugge ai fruitori che possono sentirsi limitati nel subire mode e tendenze senza che queste si accordino con la persona, ben vengano quindi iniziative simili capaci di avvicinare la materia alla società, togliendola dalle pagine patinate di riviste e di cataloghi, spiegando i meccanismi e le metodologie spesso celate. Facendo un rapido excursus sulle due giornate e sui temi degli interventi, il 19 la dottoressa Giada Caliendo ha parlato di “Orizzonti differenti.

Linee di una nuova spiritualità”, interrogandosi sui vari livelli della critica d’arte e sugli impulsi che muovono un’analisi dell’opera o un’operazione curatoriale; la spiritualità, in questo caso, è intesa quale elemento sotteso al giudizio e all’azione critica. Alberto Fiore, curatore piemontese, ha illustrato invece il progetto “Ko.Ji.Ku (Consorzio Giovani Curatori) attivo nella realtà genovese; tale associazione culturale, forte della compresenza di varie competenze, ha realizzato diversi progetti a Genova di altissimo livello, dimostrando come sia possibile far convivere differenti critici nell’organizzazione di manifestazioni ed eventi culturali. Anita Tania Giuga, critico d’arte e curatrice indipendente, ha parlato della forza poetica nascosta nella critica, della necessità di un equilibrio tra parola e immagine, interagendo infine con gli alunni nel segno di Bergson; i ragazzi, attraverso un esercizio tanto immediato quando complesso, hanno sperimentato infatti la differenza tra tempo e durata che, nell’arte contemporanea, si traduce in differenza tra atto e performance. Lorenzo Canova, docente di arte contemporanea all’università del Molise (in quanto fuori dall’Italia ha inserito il suo intervento su Youtube), ha riflettuto sulla crisi del sistema dell’arte e della critica, superata dall’idea curatoriale e da un’autoreferenzialità smaccata, e sulla necessità di un dialogo col mondo e la realtà. Infine Tommaso Evangelista, storico e critico d’arte, ha relazionato sull’arte molisana, applicando i metodi della storia e della critica alla disputa tra artisti tradizionalisti e di avanguardia in Molise, concludendo con un riferimento all’arte sacra figurativa in regione. Nel pomeriggio del 19, invece, Giuseppe Siano ha introdotto il testo “Ettore Lalli pittore”, insieme agli autori Antonio De Felice e Elio Basso Narducci.

La giornata del 20 ha visto la ripresa dei lavori con altri interventi. Eugenio Giannì, estetologo e teorico dell’arte, ha illustrato la sua ricerca “CromoINIfonia” che consiste, con un approccio rigorosamente scientifico, nel trasporre le note in immagine, commutando le frequenze del suono in lunghezze d’onda. Applicando rigorosamente questa intuizione Giannì è riuscito a visualizzare brani di musica classica, dimostrando anche come gli accordi cromatici mutino nei secoli a seconda del mutamento della musica. Brigida di Leo, dall’università D’Annunzio di Pescara, ha relazionato sul ruolo delle donne nelle ultime avanguardie, compiendo un excursus tra le diverse figure (Gina Pane, Sharin Neshat) e i vari movimenti. Il critico Antonio Gasbarrini ha compiuto una lucida e sentita analisi che ha letteralmente colpito tutta la platea: “Chi ha ucciso il Sublime? La catastrofe di Fukuscima, il Museo dell’accidente e l’impotenza estetica della simulazione digitale”. Partendo dalla cataclisma del Giappone, che ha mostrato l’impotenza dell’uomo e della tecnica di fronte alla natura, e la vanità di ogni tecnologia, Gasbarrini ha parlato della condizione del Sublime per l’uomo moderno, della debolezza dell’arte contemporanea di fronte al presente, dell’inadeguatezza dell’artista e della necessità di nuovi linguaggi per comprendere e spiegare il mondo.

Infine Giuseppe Siano, estetologo e teorico dell’arte, ha relazionato su “L’estetica dell’informazione”, ovvero sul ruolo dell’informazione, intesa quale traduzione di stimoli elettrici, nell’era tecnologica e della necessità, per l’arte, di un nuovo linguaggio che parti proprio da questa “estetica informazionale”. Dopo le conclusioni si è aperto, infine, un dibattito col pubblico sul ruolo del critico per l’arte contemporanea, e sulla sua figura. Nel pomeriggio Giuseppe Siano e Antonio Gasbarrini hanno presentato gli atti del convegno internazionale “Luci e ombre del futurismo”. Manifestazione riuscita in tutti i sensi, sia per il coinvolgimento del pubblico e dei ragazzi del liceo artistico, messi di fronte, per una volta, non solo ai testi, e sia per i proficui rapporti che si sono allacciati tra i critici, gli scambi di idee e i progetti per il futuro, Tracker art 2011 si configura sempre più come osservatorio privilegiato sul mondo contemporaneo. E proprio seguendo la linea tracciata da Siano, per aprire finalmente un fronte critico nel campo dell’arte in relazione con le sfide della scienza e delle nuove tecnologie, si è pensato, per i prossimi anni, di indagare proprio tale aspetto dove arte filosofia e scienza sono sempre più unificate nel racconto del “sentire” estetico che va oltre l’umano.

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