A fronte degli oltre 26.000 posti avallati dai vari atenei che organizzeranno, i tirocini sarebbero solo 12.772 quelli realmente approvati dal ministero. Si tratta di una suddivisione che comporterebbe 2.487 posti da assegnare alla primaria (le università avevano ne avevano chiesto 6.046 posti); 4.626 saranno gli aspiranti docenti che verranno formati per la secondaria di primo grado (contro i 7.239 indicati dagli atenei). Alle superiori il divario risulterebbe ancora più sensibile: per la secondaria di secondo grado il MIUR avrebbe dato il consenso solo per 5.659 posti: una cifra pari a meno il 30 per cento di quella inizialmente indicata (19.125 candidati ammessi alla formazione).. Per i molisani aspiranti ad un’abilitazione, tutto ciò si tradurrà in poche decine di posti che l’ateneo attiverebbe. Il rischio concreto potrebbe essere quello che, non essendoci convenienza economica da parte dell’ateneo di attivare i corsi, per molte classi di concorso non sarà previsto alcun TFA.
Del resto, tutta l’operazione è prevalentemente propagandistica, assunto che, ad esempio, in Molise ci sono graduatorie ad esaurimento con 1.477 abilitati aspiranti nella provincia di Campobasso e 575 nella provincia di Isernia, per un totale di 2.052 docenti abilitati. A questi vanno aggiunti almeno un centinaio di docenti non abilitati che insegnano da anni in discipline le cui graduatorie sono esaurite. In questa situazione quali prospettive potranno avere i giovani che hanno intenzione di conseguire un’abilitazione per insegnare? Occorre battersi contro la politica governativa di tagli di riduzioni di risorse, di organici e di tempo scuola. Solo rilanciando sul ruolo che la scuola pubblica potrà avere per la crescita e lo sviluppo regionale, si potrà invertire questa tendenza al declino del sistema formativo, riaprendo anche prospettive occupazionali.
Il segretario regionale Sergio Sorella