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CAMPOMARINO _ Al via a Campomarino sensibilizzazione sulla raccolta differenziata porta a porta che partirà entro breve tempo in paese. Saranno coinvolti gli alunni delle classi primarie e secondarie. I problemi ambientali legati alla gestione dei rifiuti, che ormai sono parte della nostra quotidianità, spesso sono di tipo culturale: derivano da una cultura dell’ambiente vissuto come terra di conquista, da una cultura dello spreco e dell’imballaggio, da una cultura del rifiuto come spazzatura e come elemento indistinto. Il successo ottenuto dalle iniziative sviluppate negli anni in numerose città ha dimostrato come sia necessario che le istituzioni pubbliche e private operanti sul territorio collaborino tra loro al fine di integrare i servizi ambientali con appropriate attività educative con l’obiettivo specifico di educare i singoli alla cittadinanza attiva, mettendo in discussione abitudini consolidate.

Se da un lato occorre informare la popolazione sui nuovi servizi sullo smaltimento e la raccolta differenziata, dall’altro è importante educare alla separazione dei rifiuti riconoscendo quei materiali che rifiuti non sono, ma che in realtà sono risorse preziose, imparando a classificarli, riutilizzarli e riciclarli. Le Amministrazioni comunali possono infatti organizzare le più efficienti reti di raccolta differenziata ma queste, senza l’adesione dei cittadini, rischiano di rimanere in gran parte inutilizzate. Per questo è necessario che ogni singolo individuo sia consapevole del proprio ruolo e della propria responsabilità in materia. Gli atteggiamenti individuali e collettivi causa di degrado ambientale sono, almeno in parte, modificabili attraverso interventi educativi che abbiano non solo il fine di far acquisire conoscenze ma soprattutto quello di favorire lo sviluppo di un approccio critico alle visioni del mondo.

La scuola può essere una risorsa preziosa per la comunità locale, partecipando alla costruzione di conoscenza, di comportamenti, di sviluppo locale sostenibile. Sensibilizzare al rispetto dell’ambiente, in particolare i giovani, per responsabilizzare i cittadini alla raccolta differenziata e a un utilizzo corretto dei servizi ambientali del proprio territorio. Gli obiettivi educativi specifici: • sensibilizzare al problema degli R.S.U. • conoscere le caratteristiche dei materiali e saperli classificare Inoltre il progetto permette di introdurre i seguenti obiettivi a lungo termine: • rovesciare un tabù radicato in particolare nei giovani: che i rifiuti sono tutti, indistintamente • modificare la percezione sui rifiuti da parte di bambini e ragazzi: i rifiuti sono una risorsa perchè sono materiali che servono ancora • dimostrare che i rifiuti sono “materie prime secondarie” e non scarti: sono l’insieme di risorse ambientali, energia e lavoro • introdurre il ciclo di raccolta dei rifiuti e conoscere le differenti destinazioni di recupero dei materiali • promuovere uno stile di vita orientato al benessere e all’agire da protagonista • rafforzare il legame con il proprio territorio e con i luoghi quotidiani di vita, affinando le capacità di osservazione critica sui cambiamenti in atto • innescare un atteggiamento propositivo, nei bambini e a cascata nelle loro famiglie e nei loro insegnanti, nei confronti delle problematiche ambientali • sviluppare il senso di appartenenza dei bambini, delle famiglie e degli insegnanti al proprio ambiente di vita e di lavoro • avviare progetti ecosostenibili di miglioramento dell’ambiente urbano attraverso la comunicazione tra chi abita la città e le amministrazioni pubbliche La metodologia: Il progetto prevede l’utilizzo di una metodologia ti tipo attivo e partecipativo improntata sul “fare per capire”.

L’intervento di educazione ambientale proposto è basato prevalentemente sull’esperienza e coinvolge l’intera classe in modo concreto. La conoscenza del mondo, per bambini e ragazzi, è di tipo plurisensoriale. Spesso si cerca di spiegare a parole, fornendo agli alunni una conoscenza verbale indiretta e filtrata e dimenticando di utilizzare gli strumenti di conoscenza diretta che la natura ci ha dato. I bambini hanno bisogno di capire per classificare, di mettere in ordine quello che imparano. Lasciar fare, secondo i tempi di ognuno, e poi parlare delle sensazioni provate dai bambini cercando di formare un pensiero sperimentale approfondito (nei limiti delle diverse fasce d’età), è quindi la via più facile per apprendere. Inoltre è importante non dimenticare che ogni intervento educativo, per essere incisivo, non deve essere “noioso”. La psicologia ha dimostrato quanto sia indispensabile il gioco per lo sviluppo dell’individuo nelle prime fasi di crescita ma anche nell’età più avanzata. Il gioco è un’attività cognitiva a pieno titolo volta alla conoscenza del mondo che ci circonda. Attraverso il gioco la conoscenza si forma e si struttura: per il bambino, come per lo scienziato, il problema principale è capire il mondo. Ma per capirlo bisogna provocarlo perché si manifesti. Lo scienziato lo provoca con i suoi esperimenti, il bambino attraverso i suoi giochi.

Imparare giocando permette da un lato di superare l’eccessiva rigidità spesso presente nell’applicazione delle discipline curriculari, dall’altro di evitare l’improvvisazione e la mancanza di rigore. L’educazione ambientale diventa così una modalità e uno stile di vita e non rimane una sterile adesione forzata a regole imposte dall’esterno. Infine, per l’attivazione del laboratorio è necessario che la classe si procuri i materiali di scarto, questo permette di coinvolgere anche le famiglie nella realizzazione delle attività di laboratorio ampliando così il raggio di azione-sensibilizzazione. Modulo I Consulenza agli insegnanti Gli incontri formativi hanno la finalità di rendere autonomi gli insegnanti ad attuare percorsi di ricerca e di animazione nelle rispettive classi sulla tematica dei rifiuti, fornendo loro tutte le informazioni necessarie per affrontare il problema dal punto di vista contenutistico, metodologico e comportamentale. L’attività di consulenza si attiva a partire da una richiesta specifica da parte di un gruppo di insegnanti e si esplica in 2/3 incontri da due ore con un esperto, centrati sulla realizzazione di un progetto specifico.

Alcuni esempi di consulenza agli insegnanti possono essere: come organizzare all’interno del plesso scolastico la raccolta differenziata finalizzata ad attività di laboratorio, come costruire gli strumenti necessari per i laboratori di riciclaggio, come costruire spazi di animazione e di gioco con materiali di recupero, come organizzare una mostra-concorso con i lavori svolti dalle classi, come realizzare un progetto di compostaggio nel giardino della scuola, etc. Modulo II Laboratori nelle scuole: “L’arcipelago delle Isole ecologiche e i suoi abitanti” Scuola dell’Infanzia e Primo Ciclo Primaria: “I folletti separatutto” Un’improvvisa burrasca si è abbattuta sull’arcipelago delle isole ecologiche scombinando le case dei folletti separatutto che ora vagano sulla spiaggia alla ricerca dei loro tesori. Possiamo aiutarli noi? Drammatizzazione e percorso tattile alla scoperta dei materiali riciclabili. Secondo Ciclo Primaria: “I mostri ricicloni” Mostri mangia risorse attaccano l’arcipelago delle Isole ecologiche divorando tutto ciò che incontrano.

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1 commento

  1. Speriamo bene…
    Speriamo bene con questa raccolta differenziata!!! mi auguro però che ci sia qualche amministratore che vigili anche sull’operato della ditta appaltatrice!!! inoltre voglio segnalare che in diverse zone del paese (Colle Lame,zona nuova via Favorita,borgo antico,ecc.)il servizio di pulizia delle strade è pressochè inesistente…