La sede dell'Asrem di TermoliTERMOLI – Sono cinque gli indagati nell’inchiesta sulle reperibilità indebite condotta dalla Procura di Larino e dai Carabinieri del Nas. Oltre ai tre operatori dell’ufficio tecnico, sono stati iscritti sul registro degli indagati due vertici dell’azienda sanitaria. Si tratta di Giovanni Giorgetta, in qualità di responsabile di Vincenzo Ferrazzano e Giovambattista Spallone, diretto superiore di Quici. I due dovranno rispondere di abuso d’ufficio.
I militari, coordinati dal comandante Antonio Forciniti, hanno dato il via a dei provvedimenti decisi dalla Procura della Repubblica di Larino ed hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo per equivalente di somme di denaro nei confronti di tre persone dell’ufficio tecnico di Termoli e Larino dell’Asrem.

Si tratta di Vincenzo Ferrazzano, responsabile dell’ufficio tecnico dell’Asrem, in pensione da qualche tempo, ex vice sindaco della città, Giovanni Quici, responsabile dell’ufficio tecnico di Larino della stessa azienda ed Ambrosio Berardino, tecnico di Larino. Le ipotesi di reato a loro carico sono di truffa aggravata e continuata. Sulla base di tali accuse gli sono stati sequestrati soldi sui conti correnti per un totale di 100 mila euro. A Quici gli avrebbero requisito 20 mila euro.

L’indagine è stata svolta nell’ambito del più ampio monitoraggio della spesa sanitaria che il Nucleo Antisofisticazioni e Sanità del Comando Carabinieri di Campobasso sta portando avanti al fine di fronteggiare il grave deficit finanziario della regione Molise.

In particolare si è posta attenzione sulle indennità accessorie – in particolare l’indennità di pronta disponibilità richieste e percepite per anni da alcuni dipendenti che, in relazione al ruolo e all’incarico ricoperto, non avrebbero potuto essere destinatari di dette elargizioni mensili. L’attività investigativa ha permesso di accertare responsabilità penali in ordine al reato di truffa aggravata e continuata; infatti tre dipendenti dell’Ufficio tecnico del distretto di Termoli/Larino, richiedevano la liquidazione dell’indennità di pronta disponibilità benché il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del personale del comparto sanità escludesse espressamente senza eccezioni, la corresponsione di tale erogazione a tali figure professionali; il danno causato al Servizio Sanitario Nazionale ammonta ad un totale di euro 100.000,00 circa solamente nel periodo 2010/2012.

Il provvedimento del GIP presso il Tribunale di Larino – che ha totalmente accolto le richieste della Procura della Repubblica – prevedeva, in caso di incapienza dei conti correnti, anche il sequestro di autovetture, evenienza quest’ultima che, in sede di esecuzione, non s’è verificata essendo risultate, le sostanze rinvenute nei conti correnti, bastevoli ad assicurare la successiva confisca per gli importi nel passato illecitamente percepiti.

Articolo precedenteScandalo spese gruppi consiliari, Corea: inchiesta si ampli a tutti i settori della Regione Molise
Articolo successivoPaolo Marinucci incontra i balneatori il 23 aprile

1 commento