myNews.iT - Per spazio Pubblicitario chiama il 393.5496623 “Elezioni

CAMPOBASSO _ La mancata candidatura di Silvio BERLUSCONI, deputato eletto in Molise, alla guida del Governo Nazionale è sicuramente una buona notizia. Il centrodestra terrà le sue primarie e deciderà se orientarsi verso il Partito Popolare Europeo o in direzione di formazioni politiche movimentiste, estremiste e di rottura. L’Italia archivia un ventennio di esaltazioni dell’avere che hanno sostituito nell’immaginario collettivo il valore dell’essere.

I cittadini gireranno pagina e in un arco temporale non lungo nella società dell’apparire, tipicamente berlusconiana, anche il Cavaliere di Arcore sbiadirà tra i ricordi ingialliti di un brutto periodo storico. Il suo percorso aggressivo, disinibito e ostentato, ha mostrato tutta la fragilità della democrazia italiana che sancisce regole ferree salvo dimenticarsi di rispettarle. Dai piani regolatori di Milano, ai rapporti con la finanza chiacchierata, all’iscrizione alla P 2, allo stalliere della mafia nella propria villa, alla televisione privata col suo mercato delle frequenze fino ad arrivare alle relazioni con Dell’Utri, a Forza Italia e ai milioni di voti raccolti parlando alla pancia del paese insieme ai post-fascisti e ai leghisti del Nord. In nessun altro paese democratico sarebbe stato possibile un’ascesa al potere di una figura simile col suo portato di populismo, di slogan accattivanti, e di rottamazione di quei partiti da cui aveva ricevuto appoggi e sostegni. Questo è il tema su cui riflettere.

 L’Italia è il paese delle rivoluzioni mancate, del potere temporale della chiesa, dei piccoli feudi locali, delle transumanze politiche e di una manica di camice nere a cui vennero aperte le strade per Roma. In questo trasformismo degli opportunismi, delle furbizie e delle scaltrezze, si è idolatrato Silvio Berlusconi quale simbolo del successo facile, dell’arricchimento e del pavoneggiamento maschilista. Il ventennio che è alle nostre spalle ha iniettato nel DNA della democrazia il virus dell’evasione dalle regole, del fine che giustifica i mezzi e della sepoltura della cultura, del senso del dovere, della dedizione, dell’onestà e del sacrificio. Per disintossicare la società italiana e ricondurla al valore del lavoro, al rispetto per gli altri e ai doveri civici, serviranno decenni. L’impresa sarà ardua e dall’esito problematico, perché il berlusconismo è penetrato nella mentalità dominante, nei comportamenti quotidiani, nelle abitudini di vita, oltre che nella regolazione degli affari e nel ceto politico.

Michele Petraroia

Articolo precedenteInquinamento mare costiero: Goletta verde dice si, Regione no. Chi ha ragione?
Articolo successivoMovimento Consumatori vince contro Telecom su cabina telefonica Civitacampomarano ma…