Nemmeno davanti all’ipotesi di una centrale nucleare a Termoli la maggioranza guidata dal Sindaco Vincenzo Greco e l’opposizione hanno trovato un punto di concordia, di unione nonostante entrambe contrarie a tale possibilità. Questa mattina i consiglieri di minoranza hanno presentato un ordine del giorno contro l’impianto a Termoli mentre nella giornata di ieri i consiglieri di centro sinistra hanno depositato in municipio un ordine del giorno contro il nucleare. Dunque la diversità tra i due ordini del giorno risiede nella parola Termoli pur avendo espresso entrambi gli schieramenti forte contrarietà alla ventilata possibilità di produrre energia a propulsione nucleare in città.

Una vicenda che ha fatto riflettere più di qualche politico locale e più di qualche consigliere comunale sia di maggioranza che di minoranza, ovvero: “nemmeno su questo argomento c’è una univocità di inenti” ma ognuno ha presentato il suo ordine del giorno ed ognuno si voterà il suo documento. Dunque, siamo alle solite.

Ma le novità non finiscono quì. Oggi pomeriggio come da convocazione si è dato il via al Consiglio comunale monotematico e straordinario che ha visto l’iniziale presenza di gran parte degli esponenti di maggioranza ed opposizione ma a mano a mano che i minuti passavano dalla sala consiliare dove era in corso una discussione di estrema importanza sono iniziate le fughe comprese quelle del Sindaco Vincenzo Greco. Ad intervenire sono stati i consiglieri Antonio Malerba con un lungo intervento pieno di particolari sul nucleare, Oreste Campopiano e la De Guglielmo per quanto concerne il centro destra mentre della coalizione di maggioranza quasi tutti hanno detto la loro contro il nucleare.
L’uscita dall’aula del primo cittadino mentre era in corso una discussione su un argomento di fondamentale importanza per il territorio non è piaciuta alla minoranza ma non è stata gradita nemmeno da vari consiglieri di centro sinistra.

Non è stato sicuramente un bel gesto o un bell’esempio”. Dal canto suo Greco ha dichiarato di avere: “altro da fare” per cui non poteva continuare a presiedere il Consiglio comunale straordinario sulla Centrale nucleare. Il Consigliere Piccoli, nel suo intervento, ha stigmatizzato invece l’uscita dalla sala dei consiglieri di minoranza dimenticandosi, non si capisce per quale motivo, invece, l’uscita di scena del Sindaco.

Davanti ad un’aula consiliare praticamente vuota con solo qualche sparuta presenza di consiglieri il cui nuemero legale è stato garantito dalla presenza dell’opposizione e dell’arrivo del Consigliere Colella che ha sostituito Antonio Paparella è proseguita la discussione sull’argomento. Al momento della votazione, l’ordine del giorno dell’opposizione è stato bocciato mentre è passato a maggioranza quello del centro sinistra.  

 Questa la nota del Comune sul Consiglio: I Consiglieri Comunali di maggioranza del Comune di Termoli hanno espresso all’unanimità la loro contrarietà al nucleare, approvando l’Ordine del Giorno presentato da alcuni Consiglieri di maggioranza e respingendo, sempre all’unanimità, l’Ordine del Giorno presentato dai Consiglieri di opposizione, in cui si esprimeva, “pur nella condivisione di una politica energetica nazionale improntata alla diversificazione delle fonti energetiche per la produzione di energia elettrica, il proprio dissenso sulla localizzazione di un impianto termo-elettro-nucleare sul territorio di Termoli”.

Il Sindaco prima di uscire dal Consiglio è intervenuto in aula ribandendo il “no” alla Centrale.
Consideriamo allarmante la notizia della scelta di Termoli quale ‘probabile sito’ destinato ospitare una centrale nucleare, diffusa oggi dal ‘Giornale’. Anche se non è la prima volta che sentiamo fare tali ipotesi, la notizia desta maggiore preoccupazione perché divulgata all’indomani dell’annuncio del Governo Italiano di voler installare diverse nuovi centrali nucleari sul territorio nazionale.

 

 Ribadiamo, dunque, il nostro deciso ‘NO’ a tale ipotesi. Una posizione, questa, già affermata con nettezza anche dal nostro Consiglio Comunale lo scorso 16 maggio 2008, il quale ha deciso di dichiarare la nostra città ‘contraria all’installazione di Centrali Nucleari’.  L’ipotesi di installare nel nostro territorio una centrale di questo tipo è da considerarsi scellerata per tanti motivi.  Un territorio già fortemente compromesso da insediamenti industriali pesanti, che  sta dando già tanto al Paese in termini di produzione di energia (Centrale Turbogas, Centrale Biomasse), riceverebbe con questo nuovo insediamento il colpo di grazia: un colpo mortale inferto a una città che sta cercando con fatica di difendere e sviluppare la sua naturale vocazione turistica, che sta portando avanti diversi progetti a tutela della salute e volti al rispetto dell’ambiente. 

Abbiamo già dichiarato diverse volte la nostra contrarietà a questa insana idea del ‘ritorno al nucleare’, e tocca qui ribadire ancora una volta la nostra netta convinzione
che i problemi correlati alla produzione energetica vanno semmai risolti attraverso l’utilizzo di fonti rinnovabili, come del resto sembra aver capito anche la più grande potenza economica del mondo, gli Stati Uniti d’America, il cui Governo ha annunciato di voler affrontare la crisi economica globale proprio attraverso l’implementazione di nuove politiche ambientali incentrate sull’utilizzo delle fonti alternative.
 

Tutto questo, naturalmente, deve avvenire in una cornice di pianificazione nazionale della produzione energetica che a tutt’oggi, in Italia, incomprensibilmente manca, e quindi in un progetto di contribuzione delle varie parti del territorio nazionale proporzionato ai rispettivi consumi energetici, e
ciò anche in relazione al nuovo percorso federalista a cui siamo indotti e di cui si sta attualmente occupando il Parlamento Italiano, seppure con esclusivo riferimento all’aspetto fiscale, trascurando, tra gli altri, quello della pianificazione energetica.
 

Assicuro fin da ora il mio impegno personale e di tutta l’Amministrazione Comunale innanzitutto a verificare la fondatezza di tali notizie, e poi a mettere in atto tutto ciò che è in nostro potere per invertire questo pericoloso ‘ritorno al passato’ e per difenderci
da questi tentativi di considerare ancora una volta il nostro territorio ‘gregario’ e ‘asservito’ agli interessi industriali delle parti economicamente più forti della nazione”.
 

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