StumpoMarcellaTERMOLI – Dopo il grave episodio dei trialometani, siamo di nuovo alle prese con sconcertanti casi di contaminazione dell’acqua potabile a Termoli e nel Basso Molise. Al di là del solito teatrino del perchè e come sia avvenuta questa contaminazione, quindi degli aspetti tecnici, la Fondazione “Lorenzo Milani” e il Comitato Acqua Bene Comune Termoli invitano i cittadini a riflettere sugli aspetti civici e politici di questi avvenimenti.

Riepiloghiamo in breve l’incredibile storia dell’acqua pubblica nella nostra città a partire dal 2011: campagna referendaria esaltante e diffusa, vittoria schiacciante dei sì alla ripubblicizzazione in Molise, storica delibera in consiglio comunale, inizio del percorso congiunto con le istituzioni.
E qui cominciano i buchi neri: con perfetta unità d’intenti, due successive amministrazioni comunali riescono a far impantanare il percorso di ripubblicizzazione, nonostante i numerosi incontri, le continue sollecitazioni, la disponibilità di ogni tipo di supporto tecnico, giuridico, amministrativo da parte del Forum nazionale dei Movimenti per l’Acqua e degli attivisti locali.

La Regione da parte sua non accoglie l’opportunità di discutere un disegno di legge sull’acqua e un nuovo statuto per l’ente regionale che se ne occuperà: i due testi, entrambi elaborati da noi, avrebbero garantito una gestione trasparente, controllata e partecipata dai cittadini in tutto il Molise. La deriva privatistica del governo finisce di chiudere il cerchio, dando così agli amministratori l’alibi perfetto del “ce lo impone la legge”.
E così, due anni e mezzo dopo quella storica delibera, a Termoli continuiamo a pagare ai privati quote non dovute, a non avere alcuna informazione sulla qualità dell’acqua, da due giorni anche a fare la fila per le autobotti.

Ricordiamo a tutti che se si fosse attuata la volontà dei cittadini, come era dovere dei decisori politici fare, oggi non solo avremmo un sistema pubblico di gestione, ma soprattutto la possibilità di avere informazioni accessibili e continue sulla qualità dell’acqua e su eventuali anomalie, grazie ai meccanismi di controllo collettivo previsti nelle proposte avanzate.

La Fondazione Milani e il Comitato Acqua Pubblica Termoli avevano infatti inserito nello statuto del nuovo ente regionale comitati di monitoraggio con potere non esclusivamente consultivo, con diritto di accesso a qualunque documentazione e con composizione civica maggioritaria, in modo da realizzare pienamente il mandato referendario e garantire trasparenza e democrazia partecipata.

Senza questi strumenti, come la storia recente conferma, i cittadini restano in balia dei “non so”, “ non riusciamo a capire”, “ci sono i cloriti ma non sappiamo perchè”, senza poter esercitare in alcun modo il proprio diritto all’informazione e al controllo sul bene comune acqua. E che dire dell’acquedotto del Molise Centrale, che già anni fa doveva affrancare il Basso Molise dalla condanna all’acqua del Liscione, e che resta un miraggio nel deserto?

Crediamo che la dignità dei cittadini meriti di essere tutelata in maniera ben più efficace dal Sindaco e dal Presidente della Regione: per esempio,ora che l’emergenza mostra tutte le incongruenze e le gravi carenze organizzative e democratiche del sistema, perchè non si recano immediatamente a Roma per ottenere che l’acquedotto venga al più presto messo in funzione? Non basta riportare l’acqua a livelli “normali”di clorazione, fino al prossimo “inspiegabile” caso di inquinamento; è disponibile acqua di qualità infinitamente superiore e abbiamo tutto il diritto di accedervi.

E’ compito della politica locale esercitare tutte le pressioni necessarie a garantire gli interessi e i diritti civici della comunità di riferimento; limitarsi a gestire in qualche modo l’emergenza aspettando che passi il temporale non è il modo migliore di dimostrarsi all’altezza del proprio mandato: vogliamo parlare delle autobotti inutilizzabili, dell’acqua presa in Abruzzo, delle ore di attesa dei cittadini, dei controlli nel Basso Molise iniziati tre giorni dopo l’allarme?.

E’ indispensabile riprendere la mobilitazione e rinnovare la costruzione di una coscienza collettiva:il percorso dell’approvvigionamento e della distribuzione dell’acqua nel Basso Molise, e in tutta la regione, richiede un serio e paziente processo di elaborazione, aperto, popolare, partecipato. C’è quindi bisogno della reazione civile ma ferma di tutti ad episodi come questo, perchè la rabbia, come diceva Don Ciotti, divenga profezia e ci spinga a partecipare dal basso.
Questa, in ultima analisi, è l’essenza della democrazia.

Fondazione Lorenzo Milani Onlus
Comitato Acqua Bene Comune Termoli
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