CAMPOBASSO _ È intenzione del sindaco di Campobasso, Gino Di Bartolomeo, di uscire dal patto di stabilità previsto per gli enti locali. A tal proposito interviene il segretario regionale dell’Italia dei Valori, Pierpaolo Nagni. “Non intendo entrare nel merito della decisione e delle motivazioni che hanno spinto il primo cittadino ad ipotizzare una simile soluzione in quanto, a volte, la politica ha meno responsabilità di quelle che si possano immaginare. Voglio ricordare però che il patto di stabilità rappresenta la diga che permette di assicurare il contenimento della spesa delle amministrazioni pubbliche.

L’unico strumento di controllo dell’indebitamento netto tra gli enti territoriali che garantisce quel rigore contabile che origina la linea di demarcazione tra amministrazioni capaci o meno. Non a caso si è arrivati al patto di stabilità a seguito dell’utilizzo della contabilità pubblica di molti enti caratterizzato, in passato, da una grande leggerezza. Una leggerezza che ha creato vuoti incolmabili che si sono poi tradotti in una grave carenza di servizi sul territorio e ai cittadini. Detto questo, aldilà delle comprensibili e oggettive difficoltà in cui credo si possa trovare un amministratore pubblico, lo sforamento del patto resta un fatto gravissimo, soprattutto in relazione alle conseguenza che ne deriverebbero.

Il quadro sanzionatorio per il mancato rispetto del patto di stabilità è pericolosissimo e prevede, innanzitutto, il taglio del fondo sperimentale di riequilibrio o del fondo perequativo pari alla differenza tra il risultato registrato e l’obiettivo programmatico e comunque per un importo non superiore al 5 % delle entrate correnti registrate nell’ultimo consuntivo. In secondo luogo: gli enti che hanno sforato il Patto sono assoggettati al limite alle spese correnti, che non potranno superare il valore minimo dei corrispondenti impegni assunti nell’ultimo triennio. C’è poi da sottolineare il divieto di assunzioni, anche li dove si vengano a creare degli spazi, che abbraccia il personale di ruolo e a tempo determinato, i co.co.co. e i contratti di somministrazione di lavoro temporaneo. Sono inoltre vietati i contratti di servizio con soggetti privati che si configurino come elusivi del blocco. Altra gravissima conseguenza, il divieto di ricorrere a mutui e prestiti per il finanziamento degli investimenti.

Insomma, ad eccezione della riduzione del 30%, rispetto al valore risultante alla data del 30 giugno 2010, delle indennità di funzione di sindaci (o presidenti di provincia) e assessori e dei gettoni di presenza dei consiglieri comunali (o provinciali), il peso dell’uscita dal patto risulterebbe essere per noi insostenibile. Ecco che allora, alla luce di tutto questo, il tentativo di minimizzare le conseguenze a cui il Comune di Campobasso potrebbe andare incontro, è un atto di insopportabile leggerezza. Raccomandiamo prudenza al sindaco Di Bartolomeo, affinchè faccia attenzione a non avviare un pericoloso camuffamento della verità. In tempi di gravi difficoltà, infatti, la miglior scelta che un amministratore possa fare resta, forse, quella di sensibilizzare la popolazione attraverso un maggiore coinvolgimento del cittadino che ha il diritto di essere sempre messo a conoscenza della realtà dei fatti. Una realtà che, in un’ottica di trasparenza, onestà e responsabilità , non può essere edulcorata”. Pierpaolo Nagni Segretario regionale IdV Molise

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