CAMPOBASSO _ Crisi Pomodoro, risoluzioni n. 7-00402 Di Giuseppe, 7-00404 Oliverio, 7-00412 De Camillis e 7-00416 Delfino: Sulla crisi del comparto del pomodoro.

Ecco la proposta di risoluzione della Commissione governativa:

La XIII Commissione
, premesso che: nell’ambito del settore del pomodoro da industria, l’Italia è leader assoluto per i prodotti di qualità e di maggiore valore aggiunto, rimanendo all’avanguardia nell’innovazione di prodotto e di packaging: le industrie italiane di trasformazione del pomodoro, che sono poco meno di 200 con oltre 15.000 addetti e sono distribuite in due principali distretti (il distretto Centro-Nord, localizzato tra Toscana e Lombardia, e il distretto del Sud, localizzato principalmente in Campania) trasformano circa l’80 per cento del pomodoro prodotto in Italia (circa 5 milioni di tonnellate nella campagna 2008) ed esportano le eccellenze del made in Italy (pelati, passata, polpa, sughi, concentrati), per oltre 750 milioni di euro nei Paesi dell’Unione europea; la filiera italiana del pomodoro sta attraversando la più grave crisi degli ultimi anni.

Le elevate temperature meteo che hanno fatto maturare il prodotto in anticipo rispetto al previsto hanno stravolto il calendario concordato con l’industria conserviera, causando una sovrapproduzione che probabilmente resterà a marcire nei campi e un conseguente crollo dei prezzi; quella del pomodoro è una delle coltivazioni ortofrutticole a maggiore valore aggiunto per le aziende agricole italiane su cui ora rischiano di scaricarsi gli effetti negativi indotti da almeno due macrofattori: l’incremento delle superfici, quindi degli investimenti, e il prezzo non remunerativo imposto dalla parte industriale a quella agricola. Quest’ultima è particolarmente debole, dunque esposta alle manovre speculative che alcune industrie stanno attuando, riducendo le quantità di prodotto ritirato; il prezzo del pomodoro viene deciso con una organizzazione comune di mercato (OCM) a livello europeo.

Sulla base di questa OCM, le organizzazioni dei produttori (OP) e quelle delle industrie di trasformazione stabiliscono il prezzo per tonnellata che sarà corrisposto alla raccolta successiva; quest’anno il prezzo pattuito si aggirava intorno ai 70 euro a tonnellata (prezzo già inferiore all’anno precedente), ma nel contratto è prevista una clausola che prevede la possibilità di applicare una forbice del più o meno trenta per cento in base agli standard qualitativi; fino al 2010, la normativa europea prevede l’erogazione di un sussidio alla produzione di pomodoro cosiddetto «accoppiato», ovvero che impone di fatto accordi tra produttori e industria di trasformazione, ma, a partire dal 2011, ci sarà il passaggio all’aiuto «disaccoppiato» con l’erogazione di un contributo ad ettaro, indipendentemente dal prodotto coltivato e dalla resa del terreno; il 30 agosto 2010 si è tenuto presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali un tavolo di filiera sulla crisi del pomodoro.

Alla riunione hanno partecipato i rappresentanti delle regioni maggiormente interessate, i rappresentantidei produttori e dei trasformatori e i vertici del Ministero che sono arrivati alle seguenti conclusioni:
a) è stata prevista l’istituzione di una task force per aumentare i controlli nel settore delle importazioni soprattutto dalla Cina;
b) i rappresentanti degli industriali sono stati fortemente invitati al rispetto dei contratti sottoscritti, sia in termini di prezzo che di quantità;
c) prima della prossima campagna il Ministero si è impegnato a favorire un accordo che preveda una forma di contratto a cui attenersi, onde evitare che vi possano essere contratti in cui non siano indicate le penalità da applicarsi per il mancato rispetto degli accordi;
d) il Ministro si è impegnato a portare la questione al successivo Consiglio dei ministri e a supportare politicamente a livello europeo la proposta italiana di un regolamento comunitario che definisca l’obbligo di etichettatura dell’origine del pomodoro utilizzato nei trasformati;
e) si è previsto il monitoraggio della problematica relativa all’obbligo di conferimento del 70 per cento della resa media regionale per il conseguimento della parte dell’aiuto «accoppiato» e si vaglierà l’ipotesi di derogare quanto prevede l’attuale normativa, in caso si rilevassero le condizioni di eccezionalità previste;

Impegna il Governo:
1) a mantenere aperto il tavolo di confronto tra tutti i soggetti della filiera per definire in tempi utili una programmazione sia degli investimenti agricoli che delle attività industriali, anche attraverso la definizione di contratti di fornitura di riferimento a livello nazionale, vincolando agevolazioni/incentivi al rispetto delle regole;
2) ad intraprendere le opportune iniziative volte a contrastare la grave crisi del pomodoro da industria, a risolvere il problema delle rese minime e a verificare le condizioni per dichiarare lo stato di crisi per calamità naturale per le produzioni di pomodoro a causa delle alte temperature estive che hanno determinato la maturazione anticipata dei prodotti e la conseguente impossibilità di utilizzo per le industrie di trasformazione, così determinando il deterioramento della qualità del prodotto e il crollo dei prezzi;
3) a promuovere gli interventi nell’ambito e nei limiti del regime di aiuti de minimis di cui al regolamento (CE) n. 1535/2007 e nell’ambito dei nuovi importi di aiuto previsti dalla Commissione europea nella comunicazione 2009/C/261/02, per sostenere la produzione di pomodoro mediante prestiti agevolati, contributi in conto interessi, sovvenzioni in denaro o esenzioni fiscali limitate, utilizzando a tal fine parte delle quote disponibili della riserva nazionale di cui all’articolo 2, comma 3, del decreto ministeriale 30 marzo 2009;
4) a verificare la fattibilità di misure a sostegno dei redditi dei produttori e ad intervenire tempestivamente per definire le regole per la programmazione della campagna 2011 al fine di evitare ulteriori crisi del comparto pomodoro;
5) ad adottare migliori sistemi di controllo nella filiera, in particolare sul prodotto importato e non solo dal punto di vista degli obblighi generati dal traffico di perfezionamento attivo, ma anche dal punto di vista igienico-sanitario, con maggiore attenzione alla ricerca di residui di antiparassitari, muffe, sostanze estranee;
6) ad adottare una forte iniziativa governativa a livello comunitario per un sistema di etichettatura obbligatoria dell’origine del pomodoro utilizzato in tutti i derivati, valido a livello europeo;
7) a sostenere e negoziare in sede europea tempestive misure, anche di carattere straordinario e innovativo, per assicurare ai produttori contributi economici e agevolazioni, finalizzati ad approntare una concentrazione di risorse finanziarie idonee a superare la grave crisi che il settore sta attraversando;
8) ad intraprendere le opportune iniziative volte a sostenere il vero made in Italy attraverso la creazione di una filiera agricola italiana, con l’obiettivo di combattere le inefficienze e le speculazioni, di assicurare acquisti convenienti alle famiglie e di sostenere il reddito degli agricoltori.
«Di Giuseppe, Oliverio, De Camillis, Delfino, Agostini, Beccalossi, Bellotti, Biava, Brandolini, Calearo Ciman, Callegari, Carra Marco, Catanoso, Cenni, Cuomo, Dal Moro, De Girolamo, Della Vedova, Di Caterina, Dima, D’Ippolito Vitale, Faenzi, Fiorio, Fogliato, Gottardo, Marrocu, Naro, Nastri, Negro, Nola, Mario Pepe (Pd), Rainieri, Romele, Rosso, Rota, Paolo Russo, Ruvolo, Sani, Sardelli, Servodio, Taddei, Trappolino, Zucchi».

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