TERMOLI – In questi giorni non si fa che parlare di riorganizzazione della sanità in Molise. E quando si parla di riorganizzazione in molti di noi subentra l’amara consapevolezza che in realtà si tratta di un eufemismo per non utilizzare la parola “tagli”. E in effetti da quel poco che si legge sui quotidiani sembra che i nostri timori non siano del tutto infondati. Leggo che alcuni ospedali saranno soppressi (Larino e Venafro) e che in alcuni ci sarà una drastica riduzione dei posti letto e dei servizi erogati. Il caso più paradossale tra i tanti che ho letto e’ senza dubbio la chiusura dell’ Unità di Emodinamica dell’Ospedale di Termoli.

Messa cosi’, per i non addetti ai lavori potrebbe sembrare anche una cosa banale ma cerchiamo di capire un po’ meglio cosa sia l’emodinamica e le conseguenze di una simile scellerata iniziativa. L’emodinamica è una struttura dedicata alla terapia di tutte le sindromi ischemiche acute ed in particolare dell’infarto acuto del miocardio (IMA).

E’ in questa struttura che i pazienti con IMA vengono sottoposti in regime di urgenza ad angioplastica coronarica, una tecnica mediante la quale si riesce a dilatare mediante l’uso di un palloncino il ramo coronarico occluso o ristretto per ripristinare il normale flusso sanguigno, limitando i danni al muscolo cardiaco. L’angioplastica coronarica rappresenta dunque la tecnica d’eccellenza in caso di IMA o di sindromi coronariche acute. In caso di IMA, il trattamento di angioplastica (PTCA) per essere efficace deve essere effettuato tuttavia il piu’ presto possibile, al massimo entro 90 minuti dall’insorgenza dei sintomi.

Si tratta quindi di una lotta contro il tempo in quanto la quantità di tessuto cardiaco salvato è proporzionale alla precocità della riperfusione, cioè della disostruzione dell’arteria occlusa e, appunto, del passaggio del sangue per ridurre l’estensione dell’infarto. Allo stato attuale tutti i pazienti del basso Molise colpiti da IMA riescono ad essere trattati a Termoli nei tempi consigliati dalle linee guida. Con l’entrata in vigore del nuovo Piano Sanitario Regionale i pazienti colpiti da IMA verrebbero indirizzati presso il centro di Emodinamica di Campobasso.

Tuttavia l’attuale organizzazione del sistema di medicina territoriale non consente di operare in tempi utili. Prima di smantellare un servizio bisognerebbe innanzitutto: ridurre i tempi di intervento preospedalieri, potenziando la rete di assistenza e trattando il paziente sul territorio, diagnosticare correttamente l’IMA e già dal territorio tramite il 118 e il tele consulto, direzionare i pazienti presso l’ unita’ di Emodinamica con accesso diretto, ossia senza transitare dal PS.

Allo stato attuale delle cose e con gli attuali mezzi a nostra disposizione è praticamente impossibile per qualsiasi paziente dell’entroterra molisano, riuscire adessere curato entro 90 minuti dall’insorgenza dei sintomi. Soprattutto se consideriamo che i paesi dell’entroterra molisano sono serviti e collegati da una rete stradale vecchia e fatiscente e interessati per diversi periodi dell’anno da condizioni meteo avverse. In queste circostanze i tempi di intervento verso l’unico centro molisano di emodinamica di riferimento (Campobasso) risulterebbero di gran lunga superiori a quei 90 minuti che si hanno a disposizione per salvare la vita al paziente.

DR. VITTORIO DE SOCIO (MEDICO CHIRURGO E SPECIALISTA IN MEDICINA D’EMERGENZA) 
VICE-PRESIDENTE CO.RE.A. – MOLISE

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