TERMOLI _ Fra non molto leggeremo i programmi delle varie liste del prossimo appuntamento elettorale. Oltre le solite scontate proposte comuni a tutte le liste, e proclami più o meno altisonanti, vorremmo leggere qualcosa di concreto su un tema che sta particolarmente a cuore a tanti: la famiglia e i figli. Quanto e cosa l’ente comunale possa fare per le famiglie in difficoltà, con figli e figli numerosi è abbastanza noto. Ci auguriamo che sia una concreta priorità, con precise indicazioni di interventi intelligenti. La crisi economica che stiamo attraversando ha scoraggiato molti giovani dinanzi al giusto desiderio di sposarsi e molte coppie a rinviare responsabilmente la nascita di figli. Non si può biasimarli; quando il futuro non promette niente di buono, non è facile prendere decisioni impegnative e la sfiducia e la paura sono sentimenti comprensibili. Come è possibile sposarsi e mettere al mondo figli quando il lavoro è precario e il futuro incerto, quando non si trova un’abitazione a costi ragionevoli? É una domanda molto frequente tra i giovani, un’obiezione di buon senso.
Ma c’è un’obiezione all’obiezione. Autorevoli osservatori sostengono che la crisi economica è causata anche della denatalità e per gli squilibri che essa provoca: squilibri tra forza lavoro e generazioni produttive, perdita di competitività sui mercati legata all’invecchiamento della forza-lavoro, arretratezza sul fronte della ricerca e dell’innovazione tecnologica i cui protagonisti normalmente sono i giovani, declino dell’imprenditorialità delle piccole e medie imprese che è strettamente legata ai figli, perché chi investe ha in mente chi dopo di lui continuerà l’impresa; se non ci sono figli diminuisce l’interesse e la convenienza a investire. Certo, l’apertura alla vita e la centralità della famiglia sono aspetti etici prima che di natura economica e sociale, ma alcune condizioni economiche essenziali chiedono comunque di essere soddisfatte: casa, lavoro, disponibilità di servizi sociali per bambini, anziani e ammalati.

La nostra città ha una buona tradizione su questi settori, visto lo sviluppo degli ultimi decenni, ma occorre fare di più e meglio. Quali sono le proposte concrete? Le famiglie con bambini in età scolare (quelle con più bambini in età scolare), quelle con persone handicappate, con anziani ammalati, con giovani adulti disoccupati (più o meno bamboccioni), attendono dei segnali. Occorre un supplemento di ascolto, una politica coraggiosa che stabilisca priorità certe, una politica dunque che abbia la forza di dare valore positivo alla vita per cui valga la pena di considerare non prioritari altri settori.

Eppure l’incremento demografico nella storia è sempre stata, con l’aumento della domanda di servizi, di risorse, la molla che ha spinto lo sviluppo di tutte le civiltà, per cui scegliere la vita e la famiglia diventa fattore di sviluppo per tutta la società in ogni ambito economico. Ancora una volta è l’attenzione alla persona, la sua centralità, il suo valore assoluto che segna una differenza sostanziale tra diverse proposte politiche. Edilizia popolare, edilizia scolastica, luoghi ricreativi per bambini, centri sportivi per adolescenti, centri sociali per anziani, qualità della vita delle persone sole, promozione di cooperative di giovani, sostegno alle associazioni di volontariato secondo il buon principio della sussidiarietà.

Tutti i candidati sapranno lavorare di fantasia ma senza una gestione oculata e intelligente delle finanze pubbliche, senza creatività e spirito di iniziativa per cercare le risorse necessarie, i programmi resteranno sogni nel cassetto, specchi per le allodole, slanci demagogici per raccogliere voti e consenso. Occorrerà anche un pò di umiltà per imparare da chi in altri luoghi dimostra di saper amministrare. Gli elettori dovrebbero essere molto esigenti, severi controllori, chiedere garanzie e mettere con le spalle al muro chi, chiedendo il voto, ha la pretesa (e il coraggio) di governare questa città.

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