Il Molise detiene, assieme alla Basilicata, l’indice di mortalità più alto del Paese (Istat), la proporzione cioè tra numero di incidenti e vittime: a dimostrazione di come nella nostra regione si trovino le strade più pericolose d’Italia! Nel 2007 sono stati 512 gli incidenti stradali in regione che hanno causato 20 morti e 864 feriti, mentre nel 2008 le cose sono peggiorate, diversamente dal resto d’Italia, con 577 incidenti che hanno provocato 27 vittime e 925 feriti. In un momento in cui si parla tanto di spesa sanitaria incontrollata, la risposta potrebbe essere la prevenzione. Infatti se i costi sanitari e sociali degli incidenti stradali in Italia ammontano a 30.386 milioni di euro, il 2% del Pil (ANIA/ISTAT), in Molise ogni persona ferita ha un costo sanitario di 30mila euro l’anno. Sono queste le ragioni principali ed urgenti che mi hanno spinto, lo scorso dicembre, a presentare una proposta di legge regionale di riordino complessivo in materia di sicurezza ed educazione stradale, la prima in Italia che prevede inoltre interventi specifici per garantire l’incolumità dei motociclisti e scooteristi. Primo obiettivo della proposta di legge regionale (n°198) è quello di diminuire del 50% il numero di vittime di incidenti stradali sul territorio regionale entro il 2020 (nello spirito della Carta Europea della sicurezza stradale della C.E.).
Gli assi principali per il raggiungimento degli obiettivi: 1) Adeguamento infrastrutture stradali: una progressiva riduzione dei rischi presenti sulle nostre strade, attraverso l’individuazione dei c.d. “Black points” (punti critici della rete viaria, in cui più alto è l’indice di incidenti stradali) e l’utilizzo di materiali innovativi per i sistemi di sicurezza e di protezione. Questo è in sintesi il compito dei Piani Operativi Provinciali per la Sicurezza stradale, che dovranno prevedere ad esempio: la sostituzione dei vecchi guardrail con i nuovi Anas H2 bordo Laterale-SM (dove SM sta per “salva motociclisti”), l’ utilizzo di materiali antiscivolo per l’asfalto e la segnaletica orizzontale, la messa in sicurezza degli ostacoli fissi e della segnaletica verticale lungo le carreggiate, la realizzazione di golfi di fermata, ecc. 2) Educazione alla sicurezza stradale come sano stile di vita: nelle scuole e nei centri di aggregazione giovanile (scuole, centri sociali, pub, discoteche, locali notturni, ecc.) anche attraverso corsi pratici di guida del ciclomotore, campagne informative, ecc. 3) Istituzione della Consulta Regionale per la Sicurezza Stradale: il luogo primo per programmare e progettare “sicurezza stradale” attraverso la partecipazione degli Enti pubblici, delle associazioni degli utenti, della Polizia stradale, della Direzione Scolastica, delle scuole guida, degli utenti, ecc. La legge 198 obbligherà di fatto gli enti pubblici e le società private a progettare i sistemi di sicurezza di strade ed infrastrutture in linea e nel rispetto dei principi e finalità di massima sicurezza sia per gli automobilisti che per i motociclisti.