TERMOLI – Ennesima iniziativa editoriale dell’operatore culturale molisano che in un anno così importante 2015, si richiama al passato per approfondire la memoria in funzione del futuro. Icone del nostro tempo che appartengono a tutti coloro i quali anche per una sola volta sono venuti in visita a Termoli. Il calendario è stampato in edizione limitata ed è il primo di altre pubblicazioni che seguiranno a partire da gennaio 2015 tra le quali Humanitas vol. II attesa già da un po’ che vedrà la luce nel primo semestre del 2015. L’immagine della memoria, come concetto cardine della Identitas, trova nella immediatezza visiva la dimensione interiore e pubblica della consapevolezza, nel rapporto, o, per meglio dire, nello scontro tra passato, presente e futuro, tra finzione e realtà, tra responsabilità e dimenticanza. Alla luce di queste riflessioni ho ritenuto fondamentale, nell’anno che l’Unione Europea consacra allo sviluppo, costruire un tentativo volto a dimenticare l’oblio e a meditare sul progresso realizzabile, concretizzabile solo dall’umana civiltà che detiene il ricordo e lo eleva a legge morale, Eikos, dunque, evidenzia icone della città di Termoli in un periodo compreso tra fine ‘800 e il 1960 e contestualmente richiama la mia personale esperienza editoriale.
La difficile congiuntura socio-economica odierna, ove sembra dilagare la sottocultura delle porte girevoli, dov’è evidente la crisi della promozione culturale per mancanza di fondi e di idee, dove ancora la stessa ricerca storiografica è a volte mistificata dall’ignoranza in combutta, con ego e super-ego, ripropone l’esigenza primaria che ognuno compia un maggiore sforzo per evitare che l’identità dell’uomo e del luogo svilisca in un fenomeno da baraccone tutto sgommate e spallucce. Ritengo, in sintesi ed infine, che dobbiamo donare attenzione alla memoria e alle persone che apparentemente non ci sono più, perché, essa l’attenzione, rappresenta la forma più alta di amore verso il prossimo.
