CAMPOBASSO _ Nel primo pomeriggio di ieri, su segnalazione giunta al numero 1515 della Centrale Operativa Regionale del Corpo Forestale dello Stato, è stato rinvenuto e recuperato il corpo di un esemplare di istrice crestata (Hystrix cristata). L’animale, investito da un’auto lungo la ss 645 “fondovalle tappino”, pur riuscendo a portarsi fino al margine della carreggiata, purtroppo non ce l’ha fatta a sopravvivere all’urto. L’istrice, il cui areale di origine è il nord Africa, in Italia è in espansione lungo tutta la dorsale appenninica centro-meridionale ed è presente in modo più consistente in Sicilia e nelle regioni tirreniche (principalmente Lazio e Toscana ove è anche oggetto di bracconaggio) e sebbene non corra rischi di estinzione è protetto ai sensi della Legge 157/1992 (legge sull’attività venatoria) e dalla Convenzione di Berna, proprio in relazione alla sua distribuzione.

Il grosso roditore (pesa mediamente 10-15 kg), in Molise, agli inizi del secolo era considerato in via di estinzione. Il molisano Giuseppe Altobello, autorevole ricercatore naturalistico, nel 1920 scriveva: “L’istrice se non è del tutto scomparso nella nostra regione è in via di scomparire. Qualche raro individuo si cattura negli aridi terreni delle pendici abruzzesi. Intorno al 1892 un istrice fu ammazzato in provincia di Teramo, ed un altro nel 1900 in provincia dell’Aquila.

In Molise alla rocca di Oratino fu ammazzato un istrice circa 70 anni fa mentre l’ultimo istrice fu ammazzato a Bonefro circa 40 anni fa” Il fatto pertanto è da considerare di rilievo in quanto, sebbene vi siano stati recenti avvistamenti e rinvenimenti di tracce della presenza dell’istrice, si tratta di un raro caso di rinvenimento documentato di un esemplare morto in Molise e probabilmente il primo investimento. Per tale motivo la carcassa dell’animale è stata prelevata con l’ausilio del Servizio Veterinario dell’ASREM per eseguire studi e accertamenti. Notizia positiva e di rilievo, è la speranza che proprio nel 2010, proclamato dall’ONU “Anno Internazionale della Biodiversità”, il simpatico roditore torni a colonizzare la macchia mediterranea e le aree abbandonate con presenza di fitta vegetazione che costituiscono il suo habitat ideale.

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