CAMPOBASSO _ Lucravano sull’immigrazione riuscendo a estorcere agli stranieri senza pemesso cifre tra i 7000 e i 10mila euro. Per farlo avevano messo su una vera e propria stamperia a Carpi dalla quale partivano documenti falsi che, con la complicità di due dipendenti delle Poste, venivano inviati alle Questure per formalizzare l’ingresso in Italia e lo status di lavoratori di numerosi extracomunitari. A smantellare l’organizzazione, composta da sei persone residenti tra Reggio Emilia e Modena, è stato l’ufficio immigrazione della Questura di Campobasso. In carcere, con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, sono finiti: Pier Alessandro Giorgieri, Gilberto Leonardi, Alessandro Pacilio e Mauro Corazzi. 
A Lara Leonardi e Licia Baraldi il Gip di Larino ha concesso i domiciliari. Una cinquantina i casi accertati solo dalla questura di Campobasso, ma gli investigatori ritengono che siano circa 300 e anche in altre regioni. L’anello di raccordo con l’organizzazione erano, secondo gli inquirenti, era il funzionario e dipendente delle Poste di Reggio Emilia e Montecchio Emilia (Reggio Emilia). Il primo riceveva la documentazione omettendo i necessari controlli per l’inoltro dei documenti; il secondo si rendeva disponibile a depositare e inviare le pratiche di soggiorno dirette a Campobasso. Troppe, però, e sempre da quell’ufficio. Una situazione poco chiara che ha indotto a eseguire controlli approfonditi.
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