CAMPOBASSO – Ancora una volta il consiglio regionale del Molise si caratterizza per una nefandezza; l’assenza in giunta di almeno un assessore donna, o per dovere di parità, di un assessore di genere. Ricordiamo che, e Rivoluzione Democratica ne ha fatto sempre vessillo di rispetto e partecipazione, il pluralismo è sinonimo di evoluzione sociale, è il fulcro dei “processi di cambiamento”, quello teso alla realizzazione di una giustizia sociale reale, non concetto o enunciato astratto. Ma ahinoi, Rivoluzione Democratica, in veste di spettatrice, assiste desolata al cupo e squallido gioco dei ruoli che si svolge a palazzo Moffa, il gioco si chiama “c’era una volta … i protagonisti della storia sono sempre gli stessi, personaggio principale, antagonista, aiutante. Ma la divergenza, e qui l’elemento creativo, non c’è il salvatore cioè l’eroe e allora, ecco l’anima del gioco, come giungere al finale della storia con: “E vissero tutti felici e contenti?” Non si sa ancora ,la partita dura da lunghi lustri.

Però possiamo dire che i personaggi consultano le partite precedenti . La struttura è la stessa e il linguaggio è paludato , la strategia li rende vincenti. (la similitudine è abbozzata) Premesso ciò ritorniamo alle politiche di genere e poniamo in esame il fenomeno, in antropologia e sociologia si chiama maschilismo. La cultura che permea lo spirito della maggior parte dei rappresentanti politici è sessista e biecamente tradizionalista. Un’affermazione del genere necessita di qualche spiegazione, bisogna guardare indietro (almeno dal 2006) e guardare ciò che è stato fatto (niente). Hanno fermamente continuato a produrre pratiche politiche della miglior specie per il mantenimento dello status-quo, infatti sono stati tutti attenti a reclutare e accontentare i grandi elettori (maschi )… e altrettanto attenti a non attuare alcun principio o indicazione espressi dalla Costituzione, dai governi nazionale ed europeo.

Rammentiamo che l’Europa promuove e finanzia progetti capaci di offrire opportunità alle donne per recuperare il gap culturale esistente. Associazioni femministe prima e la commissione per le pari opportunità hanno sempre sollecitato e proposto alla politica cose da fare come il bilancio di genere,lo statuto regionale e la legge elettorale (esprimere la doppia preferenza , donna-uomo), strumenti questi, capaci di nomare quindi garantire la presenza delle donne in politica e garantire il compimento dei principi di uguaglianza, rispetto e libertà. Il gioco del “ C’era una volta” per chi non l’avesse riconosciuto, è semplicemente quello dell’oca.

Rivoluzione Democratica: Marilena Natilli

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