CAMPOBASSO _ L’On. Silvio Berlusconi, eletto nella circoscrizione elettorale del Molise, è uno dei rarissimi Capi del Governo che non si sia recato alle urne in una tornata referendaria, nella seduta del Consiglio dei Ministri del 16 giugno, decide di bocciare la legge regionale n. 7 del 21.04.2011 contro la presenza di impianti nucleari in Molise e la impugna innanzi alla Corte Costituzionale, sollevando cavilli interpretativi degno del più noto azzeccagarbugli di manzoniana memoria. L’art. 117 della Costituzione nel secondo capoverso attribuisce alla Regioni la potestà legislativa concorrente in materia di produzione, distribuzione e trasporto di energia. Il Molise ai sensi di tale dettato ha approvato una legge, con un solo voto contrario, in cui si dichiarava contraria all’installazione di Centrali Nucleari sul proprio territorio.

Col referendum del 12 e 13 giugno, il popolo italiano esercitando la sovranità che gli appartiene ai sensi del secondo comma dell’art. 1 della Costituzione, ha fermato definitivamente il ritorno alla produzione di energia nucleare con un plebiscito che ha sepolto gli affari delle lobby italo-francesi che si preparavano a individuare i siti e avviare la costruzione delle Centrali. E’ possibile che a soli tre giorni di distanza dal pronunciamento di 26 milioni di cittadini, il Consiglio dei Ministri, si appiglia a un codicillo per insistere sulla validità della scelta nucleare? Probabilmente il deputato, eletto in Molise che presiede il Governo, nel mentre gli italiani votavano era impegnato in attività più divertenti immortalate da fotografie incontrovertibili. Con i problemi di queste ore connessi con l’inchiesta sulla P 4 che tocca le principali cariche della Presidenza del Consiglio dei Ministri, nessuno si sarà premurato di informare l’On. Silvio Berlusconi che in questi giorni in Italia c’è stato un Referendum, che i cittadini non sono andati al mare e che le leggi sul ritorno al nucleare sono state cancellate da un’alta marea di SI.

Michele Petraroia

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