CAMPOBASSO _ La Legge 225/92, istituì per la prima volta il servizio nazionale di Protezione Civile c/o la Presidenza del Consiglio dei Ministri, al fine di tutelare l’integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l’ambiente, da catastrofi e da eventi calamitosi ecc., non mi dilungo a dettarvi tutta la legge, ma in ogni caso tra le attività della P.C., sono espressamente citate quelle di previsioni e prevenzione di fenomeni calamitosi quali rischio sismico, chimico, nucleare, alluvioni, incendi, in sostanza tutte le catastrofi di qualsiasi natura fossero. Tra i vari articoli furono assegnati compiti specifici alle Regioni, Province, e Comuni, sempre nell’ambito delle proprie competenze.
Veniamo al dunque, per quanto riguarda la prevenzione, la Presidenza del Consiglio dei Ministri divulgò all’epoca, una specie di Piano, un fax simile da compilare a secondo delle realtà del proprio Comune, in concreto all’interno del piano si potevano (se compilato) conoscere tutti i beni censiti nel territorio, i proprietari, i recapiti di ognuno di essi, il censimento delle strutture pubbliche, scuole uffici alberghi, l’elenco dei volontari o associazioni in precedenza iscritti ecc, praticamente tutto ciò che potesse servire per i primissimi interventi, in attesa degli aiuti nazionali, la cosa importante era individuare le aree di prima raccolta, a secondo del rischio in atto, in alternativa alle zone colpite diverse, le quali dovevano essere provviste dei servizi necessari, in modo tale che chiunque leggesse un piano comunale, poteva con esattezza sapere a priore dove erano gli sfollati, i campi tenda o dove portare gli aiuti, quali erano gli uffici del centro operativo, praticamente si poteva leggere come fosse una cartina stradale.

 Berlusco` – gli fa una signora con il fazzoletto in testa – ma io voglio rimanere vicino alla casa mia, che se non mi si fregano tutto

8 Aprile 2009 Silvio Berlusconi
in visita alle Tendopoli

Il nocciolo della questione è proprio questo, i piani furono fatti bene o male, ma non furono mai divulgati alle famiglie di cui dovevano essere i conoscitori e i conservatori di quello strumento importate e necessario per capire cosa fare e dove recarsi in caso di calamità.

Perché, mi chiedo, non è mai stato divulgato questo piano, trascorsi ormai quasi venti anni dall’emanazione della legge, vi siete mai chiesti cosa fare in casi come queste calamità citate?

Nonostante i media hanno imposto regole sacrosante durante il terremoto all’Aquila, o come in altre simili circostanze, ma navigando sui forum si è potuto scoprire cose assurde, un esercito di tir carichi di aiuti per giornate intere fermi sulle strade senza sapere dove andare o cosa fare, molta gente ha dormito in auto per tre giorni di seguito senza avere il necessario per sopravvivere, non si riesce ancora a conoscere il numero degli sfollati alloggiati presso le strutture alberghiere della costa, eppure di tende, acqua, e viveri, se ne sono visti a tonnellate, quindi l’organizzazione era tutto, la “pianificazione” era dovuta, la protezione civile così come ha pianificato l’evento del G-20 in Sardegna poteva farlo anche all’Aquila, direte ma quello è un evento certo, perché all’Aquila è stato da meno dopo due mesi di scosse?, o ricorderete l’alluvione di Firenze del 66 che cancellò un’intera città con centinaia di morti e centinaia di milioni spesi, quando bastava arginare l’Arno con pochissime spese e senza morti, ecco la necessità dei piani comunali, conoscere i pericoli in cui incombono per ogni situazione di emergenza, e la reale situazione morfologica e orografica di ognuna di esse.

Purtroppo lo scenario di simili tragedie è pressoché devastante e quindi si cerca in tutti i modi possibile aiutare il prossimo, ma in un caos simile non si può aggiungere altro caos. La disperazione di chi ha perso tutto prende il sopravvento, ed è proprio qui che nasce la necessita di un’organizzazione già pianificata in precedenza, che stabilisca i ruoli degli operatori volontari e quelli di stato, iscritti nei ruolini della Prefettura di ogni provincia.

Non si può affidarsi al caso, si tratta di vite umane e come tali vanno rispettate, non voglio buttare benzina sul fuoco, pensate che alcuni campi tende sono stati spostati ben tre volte, se in questo settore si spera di non spendere denaro per la prevenzione si è sbagliato e si continua a sbagliare poiché ormai è cosa risaputa, i danni avuti per ogni disastro, sono stati complessivamente cento volte superiori a quelli stimati per la prevenzione.

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