CAMPOBASSO _ Tutto è possibile, ma non tutto è lecito. Questa frase di San Paolo sintetizza in maniera perfetta quanto è accaduto in merito alla vicenda di via Facchinetti, o meglio ancora in merito alla nuova sede del liceo scientifico Romita. Prima di tutto auguro ai ragazzi buon lavoro, ma sentendoli anagraficamente molto vicini, mi permetto di dare loro un consiglio da fratello maggiore, ovvero quello di trarre i giusti insegnamenti da questa vicenda. Forse in molti si stupiranno, ma il mio primo pensiero va ai ragazzi dello scientifico, a quei ragazzi che l’anno prossimo o tra qualche anno lasceranno questa città e questa Regione per trovare lavoro altrove, per cercare quelle opportunità che qui non troveranno mai. A quei ragazzi che si aggiungeranno ai circa 1000 abitanti che ogni anno il Molise perde perché non è capace di fornire loro un’alternativa valida per costruire il proprio futuro. A quei ragazzi che sono figli di quei genitori che quando hanno avuto l’occasione di fermare il lento e inesorabile declino di questa terra hanno preferito distrarsi e girare lo sguardo altrove.
Per quei ragazzi e per chi come me, quando ha salutato la propria città lo ha fatto con un biglietto di andata e ritorno ben impresso nell’animo e nel cuore, ben consapevole di voler ritornare per investire il proprio futuro nella propria città natale, mi sento in dovere ancora una volta di denunciare a mezzo stampa le anomalie che avvolgono questa vicenda. Mi sento di ricordare a me stesso un bando anomalo emanato dalla Provincia di Campobasso in data 30 luglio 2009 nel quale inspiegabilmente i requisiti previsti dal bando ovvero agibilità e destinazione d’uso venivano richiesti solo all’atto della stipula del contratto di locazione.

Mi sento di ricordare a me stesso che nei sopralluoghi effettuati dalla Polizia Municipale prima e dalla struttura tecnica poi, sono stati riscontrati il 5/11/2009 lavori abusivi relativi alla realizzazione di aule scolastiche, definiti abusivi nel relativo verbale di sopralluogo con l’intimazione a sospendere i lavori. Mi sento di ricordare ancora che l’ordinanza sindacale del 26/11/2009, che tra l’altro non rappresenta titolo urbanistico valido per il cambio di destinazione d’uso, autorizzava l’utilizzo temporaneo dello stabile di via Facchinetti ad uso scolastico, per 14000 metri cubi e non per gli oltre 20000 realizzati. Mi sento di ricordare che in data 10 dicembre 2009 la ditta chiedeva al comune di Campobasso l’annullamento del procedimento per il rilascio del permesso a costruire un edificio scolastico nell’attuale opificio.

Mi sento di ricordare che in data 10 dicembre 2009 il Comandante dei Vigili del Fuoco del comando Provinciale di Campobasso, negava il rilascio del certificato di prevenzione incendi in quanto riscontrava opere abusive e discrasie tra quanto dichiarato in progetto e quanto effettivamente realizzato. Mi sento di ricordare che ad oggi negli uffici tecnici del Comune di Campobasso non risultano depositati progetti per la realizzazione di edifici scolastici in via Facchinetti. Mi sento di ricordare che ad oggi quello stabile non ha certificato di prevenzione incendi e soprattutto non possiede certificato di agibilità. Ad oggi esiste soltanto un certificato di idoneità all’uso scolastico, con scadenza triennale, relativo all’utilizzo dei soli 14000 metri cubi indicati nell’ordinanza sindacale precedentemente menzionata. Posso dichiarare,che ad oggi esiste soltanto una scuola abusiva che non dovrebbe essere aperta, e che tra le altre cose non ha una palestra, non ha parcheggi, non rispetta tutti i parametri e gli standard di cui alla legge 23/96, non ha finestre, non è collegata al centro cittadino mediante servizio pubblico, ma che in compenso costerà circa otto milioni di euro, distraendo (stando alle voci di corridoio) anche quei fondi destinati alla demolizione e ricostruzione dell’ex sede dello scientifico in via Scardocchia. Detto questo, qualche domanda sorge spontanea: non si doveva dare ai ragazzi una scuola sicura munita di tutti i certificati che ne attestassero l’agibilità? Si possono regalare milioni di euro, tra l’altro denaro pubblico, ad un privato che consegna un edificio che non possiede nessuno dei requisiti previsti dal bando? La mia risposta è scontata, e in tutta coscienza mi sento di aver adempiuto al mio dovere di amministratore, lasciando l’ultima parola a chi per mestiere e con grande senso del dovere è chiamato a stabilire la verità e mettere la parola fine a una vicenda che è ancora più brutta perché strumentalizza l’ingenuità e l’innocenza di migliaia di ragazzi. A quei ragazzi va il mio sostegno e quello del gruppo di Costruire Democrazia per iniziare sin da subito a costruire insieme non soltanto una scuola ma il nostro futuro.
 
Ing. Michele Coralbo.

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