MOZIONE

Preso atto Del dibattito che sta attraversando il Paese, in merito al ritorno dell’utilizzo dell’Energia nucleare come scelta strategica di rinnovamento dell’approvvigionamento energetico nazionale. Considerato L’ 8-9 novembre 1987 la popolazione italiana venne chiamata ad esprimersi in merito all’uso a scopi civili delle tecnologie di approvvigionamento energetico “nucleare”, mandando un segnale inequivocabile con quasi l’80% di votanti a favore della cancellazione di quella opzione energetica nel nostro Paese

Considerato Il recente gravissimo incidente nucleare del giorno 23 luglio, avvenuto in Francia, nell’impianto di Tricastin a soli 200 Km dal confine italiano, che ha provocato la contaminazione di almeno cento operai. Incidente che dimostra quanto gli impinati nucleari non assicurino, nonostante le severe misure di sicurezza, la salvaguardia della salute delle popolazioni dei territori circostanti e del personale che vi opera. che svantaggio non indifferente dell’energia nucleare è costituito dalle cosiddette “scorie nucleari”, ovvero tutti quei materiali (ad esempio ceneri prodotte dalla combustione o pastiglie di combustibile esaurito) soggetti a una continua emissione di radiazioni per la loro collocazione all’interno o in prossimità del reattore; alcune di esse hanno un periodo di decadimento che raggiunge i 100.000 anni e continuano a emettere radiazioni pericolosissime per la salute e richiedono, quindi, attente precauzioni nel trattamento di smaltimento; che per le scorie maggiormente radioattive si rende addirittura necessario il deposito geologico, lo stoccaggio in bunker sotterranei schermati.

Considerati altresì i tristemente noti rischi umani e ambientali legati agli insediamenti nucleari, maggiormente allarmanti in un territorio come quello italiano caratterizzato da oggettivi rischi sismici e idrogeologici; Tenuto conto che per costruire una centrale nucleare occorrono miliardi di euro e almeno 15 anni di tempo e che le limitate risorse finanziarie italiane costringerebbero prevedibilmente a tempi ben più lunghi; che la materia prima del nucleare, l’uranio, è di disponibilità sempre più limitata e per il suo costo è prevedibile un aumento esponenziale nei prossimi anni, considerata la sua già avviata corsa al rialzo per alcuni paragonabile a quella del petrolio;
 
che l’Italia non ha giacimenti di uranio; che il nucleare, se si prende in considerazione l’intero ciclo di produzione, non costituisce affatto una fonte indispensabile
per generare energia a basso costo, ma al contrario si rivela antieconomico rispetto alle normali centrali termoelettriche se si tiene conto anche dei necessari costi di tipo strategico, legati alla difesa delle centrali da attacchi militari o terroristici; che in Italia è ancora aperto il problema dello stoccaggio definitivo delle scorie provenienti dalle vecchie centrali nucleari e le stesse sono ancora stoccate in maniera provvisoria e tutt’altro che sicura;

che deve far riflettere la discussione politica avviata in paesi come la Germania e la Svezia, Gruppo Consiliare “Partito della Rifondazione Comunista” – Comune di TERMOLI circa l’opportunità di smantellare i rispettivi insediamenti nucleari in favore di altre energie rinnovabili quali l’eolico o il fotovoltaico; che in un paese come l’Italia, circondato dal mare, attraversato dai venti, e inondato dal sole, a maggior ragione si dovrebbe maggiormente investire su altri tipi di energie, rinnovabili e che non comportino rischi per l’ambiente e per la salute e che non impongano costi esorbitanti e tempi troppo lunghi per la realizzazione degli impianti di produzione.

Condivise e apprezzate le crescenti richieste provenienti da cittadini singoli e/o associati, rivolte a soggetti pubblici locali, di dichiarare denuclearizzati i territori di riferimento o comunque impedire la localizzazione in essi di centrali nucleari; Visto Che secondo indiscrezioni giornalistiche Termoli risulta malauguratamente indicata come luogo idoneo, all’interno di un piano nazionale di installazione di nuove centrali nucleari;

Il Consiglio Comunale di Termoli Si dichiara sfavorevole all’installazione di impianti nucleari per la produzione di energia sul suo territorio; da mandato al Sindaco e alla Giunta:
di attuare tutte le iniziative necessarie e di attivare le idonee procedure mirate a dichiarare il comune di Termoli “Comune denuclearizzato”
di attivarsi presso la Regione Molise, la Provincia di Campobasso e il Governo della Repubblica affinché assumano l’impegno di procedere all’individuazione di politiche energetiche alternative al nucleare
di farsi promotore di qualunque iniziativa ritenga opportuna e necessaria per sensibilizzare Comuni, Province e Regioni italiani ad un diverso approccio al problema energetico che scongiuri la costruzione di centrali nucleari nel territorio nazionale.

Il Consigliere Comunale Marco Cataldo
Gruppo Consiliare
 “Partito della Rifondazione Comunista” – Comune di TERMOLI

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