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TERMOLI _ Devo notare con soddisfazione come gli annunci da parte del governo nazionale di voler infliggere un ulteriore colpo alla nostra regione, abbiano risvegliato dal torpore le nostre istituzioni locali.
Purtroppo il nostro Molise è sempre stata una regione poco considerata, usata tuttalpiù come terra di conquista per parlamentari che poi si disinteressano della sorte dei loro collegi elettorali. Sono sicuramente gesti da apprezzare, anche se dovuti, sia la messa all’ordine del giorno del Consiglio Provinciale della questione nucleare, sia le dichiarazioni personali del Presidente della Regione.
Chiaramente, come cittadini (e non sudditi), ci aspettiamo anche una rapida presa di posizione ufficiale dell’istituzione regionale, così come hanno già fatto diverse regioni italiane non appena la notizia dell’accordo Italia-Francia è divenuta ufficiale.
 Crediamo che un identico atteggiamento debbano avere sia l’Unione dei comuni del Basso Biferno sia i singoli comuni del Basso Molise ed in particolar modo quello di Campomarino secondo sito papabile dopo i territori del COSIB.
Purtroppo sono stato facile profeta già quasi un anno fa, quando cominciò a circolare l’ormai famoso piano di localizzazione, ma fortunatamente la maggioranza consiliare di Termoli colse subito l’importanza della cosa e votò compatta la mozione che presentai; rimasi però dispiaciuto dell’abbandono della sala al momento del voto, da parte della minoranza. Ma credo che se si ripetesse oggi tale votazione, viste anche le mutate condizioni di sudditanza politica verso elementi regionali, la loro decisione sarebbe ben diversa.Dividersi su tali argomenti certamente dimostrerebbe uno scarso attaccamento alla città ed un disinteresse per il suo futuro, che credo non facciano parte della cultura della maggior parte dei consiglieri oggi all’opposizione.
Comunque, se proprio si dovesse andare avanti con la scellerata decisione di un ritorno “all’antico” nucleare, credo che le località naturalmente candidate ad ospitare tali impianti dovrebbero essere individuate, in base anche ad un criterio di “federalismo nucleare”, in quelle regioni molto allineate alle posizioni governative e che hanno un deficit energetico che la Regione Molise ed in particolare la zona di Termoli senz’altro non hanno.
Ritengo che tali regioni, insieme ad Arcore e soprattutto Imperia, luoghi di provenienza dei due più grandi fautori di questo salto all’indietro verso un’insicura ed antieconomica forma di energia, siano le zone più indicate a svolgere il ruolo di “salvatrici della Patria”.
Vedremo poi se tali popolazioni manterranno ancora tali forme di idolatria e culto della personalità nei confronti del loro “caro leader” che sta guidando la nostra nazione verso un sicuro sfacelo.
Ma con ottimismo, cribbio !!!
Avv. Simone Coscia